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Non solo le rughe, con 'punturine' di botulino si altera anche percezione delle emozioni

12 maggio 2016 | 14.42
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Le 'punturine' di botulino nei muscoli del viso per ringiovanire il proprio aspetto "hanno un effetto non facilmente prevedibile: minano la capacità di comprendere le espressioni nel viso degli altri". Le infiltrazioni di botulino infatti inducono "la paralisi dei muscoli facciali, temporanea per fortuna, che questa tossina provoca peggiora la nostra capacità di cogliere il significato delle espressioni sul viso degli altri”, afferma Jenny Baumeister, ricercatrice della Scuola Internazionale di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste prima autrice di uno studio pubblicato sulla rivista 'Toxicon' (al quale ha collaborato anche l’ospedale di Cattinara, di Trieste).

"Questa conseguenza dipende - spiega lo studio della Sissa - da un temporaneo blocco del feedback propriocettivo, il processo che ci aiuta a comprendere le emozioni degli altri riproducendole su noi stessi". L'intuizione di Jenny Baumeister ha origine in una teoria scientifica molto nota, quella dell''embodiment'.

"L'idea è che il processamento a livello cognitivo delle informazioni a contenuto emotivo, per esempio le espressioni del viso, passi anche attraverso la riproduzione delle stesse emozioni sul nostro corpo - avverte lo studio - Come dire che quando osserviamo un sorriso, la nostra faccia tende a sorridere a sua volta (spesso in maniera impercettibile e incosciente) mentre cerchiamo di capire la natura di quell'espressione. Se però i nostri muscoli sono paralizzati dal botulino, ecco che il processo può diventare più difficile".

Jenny Baumeister ha sottoposto a una serie diversificata di test per valutare la comprensione delle espressioni emotive un campione di soggetti, immediatamente prima e dopo un paio di settimane da un trattamento estetico a base di botulino, e le ha confrontate con le stesse misure in un campione analogo di soggetti che però non hanno ricevuto alcun trattamento. Non importa quale fosse il tipo di misura (giudizi o tempi di reazione), l'effetto della paralisi era evidente.

L'effetto negativo è molto chiaro quando le espressioni osservate non sono molto marcate. "Quando il sorriso è aperto ed evidente, i soggetti non hanno invece difficoltà a riconoscerlo, anche se sono stati sottoposti al trattamento - spiega Francesco Foroni, ricercatore della Sissa che ha coordinato lo studio - Per gli stimoli molto intensi la differenza nella prestazione, pur osservando una chiara tendenza al peggioramento, non era significativa. Per gli stimoli 'ambigui' invece, più difficili da cogliere, l'effetto della paralisi era molto forte".

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