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Arrestato ginecologo Antinori, avrebbe espiantato

13 maggio 2016 | 17.06
LETTURA: 4 minuti

Severino Antinori (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Severino Antinori (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

I carabinieri del Nas di Milano hanno eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Severino Antinori, ginecologo, indagato per i reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate. Antinori è stato bloccato in aeroporto a Roma.

Nell'aprile scorso, all’interno della clinica, con la complicità di alcune collaboratrici, Antinori avrebbe espiantato alcuni ovuli da una giovane spagnola, di 24 anni, contro la sua volontà: è questa l'accusa alla base dell'arresto. La ragazza, a quanto apprende l'Adnkronos Salute, è un'infermiera ed era in prova nella clinica Matris di Milano, struttura sequestrata dai Nas del capoluogo lombardo. La ragazza, in possesso di un titolo di infermiera conseguito in Spagna, avrebbe conosciuto Antinori per caso a Milano e il ginecologo le avrebbe offerto un lavoro alla Matris, in prova per un mese. E per questo aspetto della vicenda, sempre a quanto si apprende, è seguita da un legale giuslavorista. Ora la donna è tornata in Spagna a Malaga, dai genitori e dal fidanzato spagnolo.

A quanto ricostruito dagli investigatori, la donna, sottoposta a una cura ormonale fatta passare per una terapia per il trattamento di una cisti ovarica, ha riferito di essere stata immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un’asportazione di ovuli, nonché privata del proprio telefono cellulare, per impedirle di chiedere aiuto.

La giovane, al risveglio dall’anestesia, approfittando della distrazione del personale infermieristico è riuscita però a raggiungere un telefono della clinica e a chiamare, di nascosto e in lacrime, il 112. Agli agenti però non aveva saputo chiarire cosa le era successo perché si esprimeva solo in spagnolo. E' stata quindi riaccompagnata nel suo albergo, poco distante. Dopo solo poche ore, però, si è sentita male e il personale dell’hotel ha richiesto l’intervento del 118. La donna è stata trasportata presso la Clinica Mangiagalli, dove, ai medici e alle operatrici del Soccorso Violenza Sessuale, grazie all’aiuto di un interprete, è riuscita finalmente a spiegare cosa era successo.

Gli accertamenti condotti presso la Clinica hanno confermato, riferiscono gli inquirenti, l'intervento di prelievo ovocitario e uno stato psicologico prostrato dal trattamento subito e dall’angoscia per l’impiego degli ovuli prelevati in operazioni di fecondazione assistita a favore di terzi. Una accurata visita medico legale, inoltre, rilevava la presenza di ecchimosi sul corpo, compatibili con le manovre di immobilizzazione per l’anestesia forzata.

La ragazza, nelle ore successive, è stata sentita come testimone, prima da personale del Nas, poi dai magistrati, ai quali ha confermato il racconto reso in Mangiagalli. La giovane ha poi presentato una formale denuncia nei confronti di Antinori e del personale della Matris. Nei giorni scorsi è stata eseguita la perquisizione della Clinica, in via dei Gracchi, in centro a Milano.

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 6 embrioni, derivati dalla fecondazione degli ovociti prelevati alla persona offesa e destinati, secondo l'accusa, a essere impiantati il giorno successivo a pazienti di Antinori. E' stata inoltre sequestrata documentazione sanitaria, tra cui i moduli di consenso informato, asseritamente firmati dalla ragazza. Quest’ultima però non avrebbe riconosciuto come sue le firme appostate che, sostengono gli inquirenti, "appaiono in effetti significativamente difformi rispetto a quelle sicuramente riconducibili alla medesima".

A due strette collaboratrici di Antinori è stato notificato il divieto di dimora nei comuni di Milano e Roma. Per il ginecologo, il provvedimento è stato emesso dal gip di Milano che ha disposto anche l'interdizione dall'esercizio della professione medica del ginecologo per la durata di un anno, e il sequestro preventivo della clinica Matris di Milano.

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