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Condannato all'ergastolo, omicida latitante arrestato in Germania /Video

26 maggio 2016 | 12.50
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E' stato arrestato in Germania, grazie alla Guardia di finanza di Palermo, Giuseppe Vaiana, 55 anni, originario di Castelvetrano (Trapani), latitante condannato all'ergastolo per duplice omicidio. E' stato catturato a Ludwigshafen, mentre si trovava in un internet-cafè, intento a giocare con una slot machine. L'uomo aveva fatto perdere le proprie tracce lo scorso 11 maggio, pochi giorni dopo la decisione assunta dalla Corte di Assise di Trapani, presieduta da, Angelo Pellino) di condannarlo all'ergastolo, insieme al fratello Michele Claudio (già in carcere) per l'omicidio di Paolo Favara, 30 anni, e di Caterina Vaiana (sorella del latitante), detta Rina, 33 anni, uccisi il 24 agosto del 1990 in un ovile di contrada Dionisio, a Campobello di Mazara, nel Trapanese.

Il 'cold case', maturato in un contesto di degrado familiare, venne risolto dalla Procura della Repubblica di Marsala nel 2013, quando, anche grazie agli elementi forniti dalla figlia di Caterina Vaiana e dal figlio di Paolo Favara, le indagini dimostrarono che il delitto aveva avuto come movente il timore, da parte di Giuseppe Vaiana, di andare carcere per avere violentato, anni prima, la nipote, figlia di Caterina, all'epoca dei fatti una bambina di sette anni. Mentre il fratello sarebbe stato mosso dalla volontà di rientrare in possesso di 13 milioni di lire che aveva prestato alla sorella per l'acquisto del gregge che curava con l’altra vittima dell’efferato omicidio, Paolo Favara.

Nei confronti di Vaiana il presidente della Corte di Assise di Trapani, Angelo Pellino, sulla base degli elementi raccolti dagli uomini del comandante del nucleo della polizia tributaria Gdf di Palermo Francesco Mazzotta, che hanno individuato il latitante in Germania già pochi giorni dopo la sua condanna all’ergastolo, ha emesso un mandato di arresto europeo che è stato tempestivamente recapitato alle Autorità tedesche. Queste ultime, interessate anche da una rogatoria internazionale inoltrata dalla Procura di Marsala, hanno operato in stretta sinergia con il Gico palermitano, circoscrivendo l’area di localizzazione dell'uomo.

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