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'Carcere a vita per chi compie femminicidio', con tweet Gianna Nannini rilancia petizione

01 giugno 2016 | 17.21
LETTURA: 5 minuti

Nella foto Sara Di Pietrantonio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Nella foto Sara Di Pietrantonio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Fermiamoli prima!". Così in un tweet, a pochi giorni dall'omicidio di Sara Di Pietrantonio, Gianna Nannini rilancia la petizione che su change.org ha raccolto 66.484 firme e che chiede al governo e al parlamento di "approvare subito un provvedimento di legge che richiami la proposta presentata nella precedente legislatura e ora decaduta dall’avvocata Giulia Bongiorno. Vogliamo che venga prevista una specifica aggravante con il carcere a vita per chi compie un femminicidio".

La stessa Giulia Bongiorno, in prima linea insieme a Michelle Hunziker con l'associazione Doppia Difesa nella battaglia contro la violenza sulle donne, dopo l'omicidio di Sara ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una legge ad hoc per fermare i femminicidi. "Da anni chiedo aggravante per questo tipo di brutali femminicidi - scrive Bongiorno in un tweet - Ma nessuno se ne occupa. Mai priorità la violenza sulle donne".

La petizione era stata lanciata dopo l'omicidio di Giordana Di Stefano, la 20enne massacrata a coltellate dal suo ex il 7 ottobre 2015 nel catanese, ed è indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al presidente della Camera Laura Boldrini, al presidente del Senato Pietro Grasso.

"Mi chiamo Roberta, sono di Catania e mamma di tre figli - si legge nella petizione - E sono molto, molto arrabbiata, come la mia carissima amica Vera. Sua figlia Giordana, 20 anni, è stata uccisa a inizio ottobre: 42 coltellate inferte dal suo ex, poi fermato mentre cercava di fuggire in Svizzera. Luca ha anche confessato: ha detto di averlo fatto perché Giordana si rifiutava di tornare con lui, condannando una bimba di 4 anni a crescere senza la propria madre. Una bimba che Giordana ha voluto a tutti i costi anche se è rimasta incinta a soli 15 anni".

"Sì perché io la conoscevo molte bene, Giordana, e posso dire che era una mamma davvero dolcissima e sempre presente - prosegue - Tante cose sono state dette su questa storia e vogliamo che la giustizia faccia il suo corso. Ma lo deve fare bene, il suo corso. Giordana Di Stefano si era rivolta alle forze dell’ordine, aveva denunciato il suo ex per stalking. Eppure niente: la sua famiglia, i suoi amici, sua madre, noi tutti l’abbiamo vista morire".

"Ora la giustizia rischia di essere ancora una volta non giustizia: quante volte abbiamo letto di uomini che hanno odiato e ucciso delle donne ma che sono usciti di prigione dopo aver scontato pene di pochi anni? - prosegue la petizione - Punizioni ridicole per persone che non hanno trovato alcuna soluzione migliore che spegnere la vita di una donna che aveva magari 'osato' dire basta. Ecco perché chiediamo, Vera ed io, una risposta al Governo, al Parlamento e ai nostri rappresentanti: approvare subito un provvedimento di legge che richiami la proposta presentata nella precedente legislatura e ora decaduta dall’avvocata Giulia Bongiorno. Vogliamo che venga prevista una specifica aggravante con il carcere a vita per chi compie un femminicidio".

"Non ne sono morte abbastanza? I femminicidi devono essere puniti con l’ergastolo - prosegue la petizione - Giordana mi ha fatto entrare nella sua vita con naturalezza e spontaneità in questi anni. Ho sempre ammirato il suo coraggio, la sua forza di volontà, la sua grande passione per il ballo, unita a professionalità e creatività. Alla sua mamma Vera, che è chiusa nel suo dolore ma che è qui con me nel portare avanti questa battaglia, ho sempre detto che 'Giordy' è la figlia che tutti vorremmo avere".

"Oggi guardo le foto di Giordana e mi rifiuto di ricordare l’immagine della sua bara. Non riesco a pensare a tutte quelle maledette coltellate su quel corpicino così piccolo - conclude - Nulla ci riporterà indietro Giordana. Ma tutti possiamo e dobbiamo fare in modo di combattere davvero queste morti senza senso, questi femminicidi. Chiediamo insieme l’ergastolo per gli uomini che uccidono le donne".

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