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Fisco: Gdf contesta a 'tempio del cabaret' di Samarate evasione da 1,5 mln

21 giugno 2016 | 14.13
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Fisco: Gdf contesta a 'tempio del cabaret' di Samarate evasione da 1,5 mln

Considerato fin dalla sua apertura, nel 1985, il tempio del cabaret italiano, un noto locale con sede a Samarate, in provincia di Varese, avrebbe evaso il fisco negli ultimi anni per circa 1,5 milioni. E' quanto contesta la Guardia di Finanza di Busto Arsizio. La società, secondo le fiamme gialle, avrebbe presentato l’ultima dichiarazione dei redditi nel 2010 pur essendo tuttora attiva ed operativa. L'attività di riscontro, effettuata attraverso accertamenti sul luogo e l’analisi del sito internet e facebook, confermano la piena operatività del locale che affianca, alle esibizioni degli artisti, anche un servizio di ristorazione di ottimo livello.

Il 'tempio', riferiscono gli inquirenti, negli anni ha ospitato e lanciato personaggi come Aldo, Giovanni e Giacomo, Ale e Franz, Flavio Oreglio e Leonardo Manera, Claudio Bisio e Luciana Littizzetto, Antonio Albanese e Gene Gnocchi, ed è ritrovo di appassionati di musica jazz e di letteratura che nel tempo hanno avuto modo di ammirare le performance di Tullio de Piscopo e Massimo Morriconi o di incontrare Andrea de Carlo, Camilla Cederna e Giampaolo Pansa, solo per nominarne alcuni tra i più noti.

In occasione di un intervento effettuato dalle fiamme gialle, in orario serale, circa cento clienti stavano assistendo all’esibizione di alcuni famosi artisti dopo aver cenato. In quella circostanza, oltre ad aver accertato che nessuno dei clienti era provvisto di documentazione fiscale o del previsto biglietto relativo al pagamento della quota relativa all’ingresso, sono stati individuati anche tre lavoratori in nero.

Come è stato riscontrato in seguito, anche attraverso l’analisi dei personal computer e delle agende, le prenotazioni venivano effettuate anche per battesimi, cene di lavoro e addirittura cenoni di capodanno, ove si registrava il massimo degli incassi. Grazie ad un’ accurata attività di polizia tributaria, la Guardia di Finanza ha ricostruito l’ammontare del reale volume d’affari e della connessa evasione perpetrata dalla società, constatando elementi positivi di reddito non dichiarati pari a circa 1.500.000 euro. Tra imposta sui redditi, Iva e Irap, la società ora dovrà versare all’Erario oltre 250.000 euro. La rilevante evasione fiscale accertata ha comportato anche la denuncia del rappresentante legale della società all’Autorità Giudiziaria di Busto Arsizio.

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