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Tribunale condanna una scuola cattolica: discriminò prof per l'orientamento sessuale

23 giugno 2016 | 13.25
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(Fotogramma)
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L'istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù, scuola paritaria di Trento, è stato condannato dal tribunale di Rovereto per aver discriminato una docente in base al suo presunto orientamento sessuale. Il ricorso era stato presentato nel 2015 dall'insegnante e per i profili di discriminazione collettiva dalla Cgil del Trentino e dall'associazione radicale Certi Diritti.

"Il giudice ha accertato prima di tutto la discriminazione individuale subita dall'insegnante a decorrere dal colloquio del 16 luglio 2014, durante il quale alla stessa era stato chiesto di smentire voci per le quali ella avrebbe intrattenuto una convivenza sentimentale con altra donna. Al rifiuto di questa di accettare ingerenze nella propria vita privata da parte del datore di lavoro - spiegano dallo studio legale che ha seguito la donna - alla stessa l'allora dirigente dell'Istituto aveva almeno chiesto di impegnarsi a 'risolvere il problema'".

"Tale proposta - sottolineano - suscitò l’indignazione della cliente, la quale non venne riassunta e perse il diritto ad ottenere la conversione del proprio contratto in un rapporto a tempo indeterminato. Il giudice roveretano riconosce come l'Istituto stesso cambiò nel giro di pochi giorni la propria versione dei fatti più volte, inclusa quella altamente diffamatoria per la quale l'insegnate avrebbe turbato i propri alunni con discorsi inappropriati sul sesso". "La decisione - spiega l'avvocato Alexander Schuster - è il primo caso di condanna mai pronunciata per discriminazione individuale per orientamento sessuale e la seconda per discriminazione collettiva".

Il giudice ha anche accolto le domande di Cgil del Trentino e dell'associazione radicale Certi diritti di accertare il carattere di discriminazione collettiva delle diverse dichiarazioni rilasciate dall'Istituto con le quali si rivendicava il diritto di non assumere persone omosessuali, ritenute inidonee ad avere contatti con minori.

L'Istituto Sacro cuore è stato così condannato a risarcire 25.000 alla ricorrente per danni patrimoniali e non patrimoniali, 1.500 a ciascuna delle organizzazioni ricorrenti.

L'avvocato Alexander Schuster, che ha difeso la ricorrente così come le due organizzazioni Certi diritti e Cgil del Trentino, esprime soddisfazione e sottolinea: "La questione non riguarda tanto l'orientamento sessuale, perché dice molto di più: garantisce i diritti fondamentali di ogni lavoratore. Infatti, questa decisione fissa un punto chiaro: i datori di lavoro di ispirazione religiosa o filosofica non possono sottoporre i propri lavoratori a interrogatori sulla loro vita privata o discriminarli per le loro scelte di vita. L'uso di contraccettivi, scelte come la convivenza, il divorzio, l'aborto, sono decisioni fra le più intime che una persona può compiere. Questa decisione ci dice che è la legge a stabilire cosa è discriminazione, non le convinzioni delle singole organizzazioni religiose".

La vicenda dell'istituto trentino Sacro Cuore segna "un risultato importante non solo per le parti coinvolte nel caso in questione, ma per tutta la battaglia contro le discriminazioni sul posto di lavoro: è la prima condanna mai pronunciata per discriminazione individuale per orientamento sessuale e probabilmente anche la prima che condanna per discriminazione una organizzazione di tendenza con le nuove norme". Lo scrive in una nota Yuri Guaiana, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti.

"E' stata altresì accertata la dimensione collettiva, per aver discriminato tutta una categoria di persone -prosegue Guaiana-. Ringraziamo l'avvocato Alexander Schuster che ha seguito la causa e la parte ricorrente che con il suo coraggio ha ottenuto un risultato che sarà patrimonio di tutti."

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