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Papa in Armenia: "Immane e folle sterminio su di voi, mai più simili orrori"

25 giugno 2016 | 08.40
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Papa Francesco in visita al Tzitzernakaberd Memorial Complex (Afp)
Papa Francesco in visita al Tzitzernakaberd Memorial Complex (Afp)

Papa Francesco torna sul genocidio degli armeni e parla di "immane e folle sterminio". Ieri, aggiungendolo a braccio al testo scritto, ha nuovamente parlato di "genocidio", ricordando il massacro della popolazione armena sotto l'impero ottomano del 1915. Oggi, nell'incontro ecumenico a Yerevan, il Papa dice: "Non riesco a non pensare alle prove terribili che il vostro popolo ha sperimentato: un secolo è appena passato dal 'Grande Male' che si è abbattuto sopra di voi".

"Questo 'immane e folle sterminio' - denuncia il Papa riprendendo le parole pronunciate nella messa per i fedeli di rito armeno (Saluto all’inizio del 12 aprile 2015), questo tragico mistero di iniquità che il vostro popolo ha provato nella sua carne, rimane impresso nella memoria e brucia nel cuore. Voglio ribadire che le vostre sofferenze ci appartengono: 'sono le sofferenze delle membra del Corpo mistico di Cristo'; ricordarle non è solo opportuno, è doveroso: siano un monito in ogni tempo, perché il mondo non ricada mai più nella spirale di simili orrori".

Bergoglio sottolinea che "anche il dolore più grande, trasformato dalla potenza salvifica della Croce, di cui gli armeni sono araldi e testimoni, può diventare un seme di pace per il futuro". L'odio volga alla riconciliazione, è l'auspicio del Pontefice: "La memoria, attraversata dall’amore, diventa infatti capace di incamminarsi per sentieri nuovi e sorprendenti, dove le trame di odio si volgono in progetti di riconciliazione, dove si può sperare in un avvenire migliore per tutti, dove sono 'beati gli operatori di pace'. Farà bene a tutti impegnarsi per porre le basi di un futuro che non si lasci assorbire dalla forza ingannatrice della vendetta; un futuro, dove non ci si stanchi mai di creare le condizioni per la pace: un lavoro dignitoso per tutti, la cura dei più bisognosi e la lotta senza tregua alla corruzione, che va estirpata".

"Cari giovani, questo futuro vi appartiene: facendo tesoro della grande saggezza dei vostri anziani, ambite a diventare costruttori di pace: non notai dello status quo, ma promotori attivi di una cultura dell’incontro e della riconciliazione" è l'appello ai giovani che il Papa lancia nel corso dell'incontro ecumenico a Yerevan.

Il monito del Pontefice è che "riprenda il cammino di riconciliazione tra il popolo armeno e quello turco, e la pace sorga anche nel Nagorno Karabakh".

In mattinata Papa Francesco ha visitato il Tzitzernakaberd Memorial Complex, la "Fortezza delle Rondini", il memoriale dedicato ai massacri della popolazione armena sotto l'impero ottomano. Al memoriale era presente anche un gruppo di bambini con i cartelli dei martiri del 1915. Dopo la recita del Padre Nostro avvenuta davanti alla fiamma perenne, il Papa ha fatto una preghiera di intercessione al termine della quale ha benedetto un albero a memoria della visita. Sulla terrazza erano presenti anche una decina di discendenti di perseguitati armeni, a suo tempo salvati e ospitati a Castel Gandolfo dall'allora Papa Benedetto XV. Prima di congedarsi Bergoglio ha firmato il Libro d'Onore.

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