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Mafia capitale, Alemanno in aula: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere"

28 giugno 2016 | 10.32
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(Xinhua)
(Xinhua)

"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Nell'aula bunker di Rebibbia l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, chiamato sul banco dei testimoni dalla difesa di Salvatore Buzzi come imputato in un procedimento connesso, ha deciso di non rispondere alle domande delle parti nel maxi processo di Mafia capitale. Alemanno è imputato di corruzione e finanziamento illecito in un processo 'stralcio' di Mafia capitale.

''Questo - ha aggiunto l'ex sindaco - non è il mio processo, dimostrerò la mia innocenza e spiegherò qualsiasi cosa nel processo collegato dove sono imputato. E' inutile ripetere le stesse testimonianze quindi, su suggerimento della mia difesa, ho fatto questa scelta che è stata accettata dal Tribunale''.

''Credo che sia un modo di essere trasparente e corretto rispetto a un procedimento che è molto delicato, che deve essere spiegato bene. Tra poco tempo ci sarà la mia testimonianza nell'altro processo e lì risponderò a qualsiasi domanda. Tutti quanti si potranno tranquillamente avvalere di quelle che saranno le mie deposizioni e anche delle dichiarazioni spontanee che farò in quel processo'', ha poi commentato Alemanno a margine del maxiprocesso. ''Sicuramente oggi - ha continuato - c'è una macchina amministrativa che sfugge al controllo dei politici e quindi su questo bisogna fare la massima attenzione perché la politica su questo può fare poco''.

''Sicuramente dovevo privilegiare la macchina amministrativa, cioè anteporre la macchina amministrativa rispetto alle grandi emergenze'', ha aggiunto Alemanno, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se si rimproverasse qualcosa rispetto agli anni in Campidoglio.

''Appena sono arrivato in Campidoglio mi sono occupato del debito di 22 miliardi ereditato dall'amministrazione Veltroni e di quelle che erano le esigenze della città, mettendo in secondo piano il controllo sulla macchina amministrativa che doveva essere la priorità - ha aggiunto - Diciamo che mi sono avventurato in una durissima prova come quella di governare Roma con una macchina con il volante rotto e le ruote sgonfie qual è, purtroppo, la realtà amministrativa romana, malgrado tanti bravi lavoratori e dirigenti''.

Il difensore di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi, in merito alla decisione di Alemanno di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha dichiarato: ''Ci credevo e ci speravo, avevo pronto un lavoro di 180 pagine tra domande, ricostruzioni e chiarimenti. Alemanno ha sempre detto che voleva chiarire e uscire il prima possibile da questa vicenda, questa sarebbe stata l'occasione giusta. Sarebbe stato utile riannodare tutti i fili che stanno uscendo fuori da questo processo con uno dei protagonisti di quegli anni. Ma - conclude - capisco che si voglia difendere nel suo processo''.

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