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Medicina: Torino, Maria Pia Hospital polo per scompenso cardiaco

30 giugno 2016 | 18.22
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Medicina: Torino, Maria Pia Hospital polo per scompenso cardiaco

Più di 300 ricoveri in 24 mesi, 10 posti letto monitorati 24 ore su 24, attività specialistica a supporto dell'Unità Trapianti di cuore presente nel capoluogo piemontese. Il Centro per la diagnosi e la cura dello scompenso cardiaco di Maria Pia Hospital, ospedale di alta specialità GVM Care Research a Torino accreditato con il Servizio sanitario nazionale, può contare su un'équipe di medici competenti e di comprovata esperienza nel trattamento di una delle patologie più diffuse nel nostro Paese e la cui incidenza è in continuo aumento.

Solo nella città di Torino, ogni anno le nuove diagnosi di scompenso cardiaco sono oltre 1.500 (200 mila in tutta Italia): si tratta la prima causa di ospedalizzazione negli over 65. A causa dello scompenso cardiaco, infatti, il cuore perde la capacità di pompare sangue in modo adeguato alle richieste dell'organismo. Il 7% dei pazienti colpiti non sopravvive al primo episodio, mentre il 35% muore entro un anno dall'inizio della malattia e il 70% entro 5 anni. Ecco perché Maria Pia Hospital ha deciso di varare uno specifico Programma dedicato alla diagnosi e alla cura dello scompenso cardiaco, frutto dell'interazione tra Maria Pia Hospital e la rete sanitaria pubblica torinese e guidato dal Cardiochirurgo Marco Ribezzo.

"L'82% dei ricoveri effettuati all'interno della nostra Unità operativa di medicina generale - spiega Ribezzo - ha richiesto l'intervento dei medici impegnati nel Programma in quanto i malati evidenziavano un chiaro scompenso cardiaco. La collaborazione con la rete sanitaria pubblica torinese ha portato nella nostra struttura pazienti a vario grado di complessità e per i quali, molto spesso, era necessaria unìassistenza costante sia dal punto di vista del monitoraggio strumentale che del controllo emodinamico". Al Programma messo a punto a Maria Pia Hospital vengono indirizzati anche pazienti da fuori regione allo scopo di valutarne l'idoneità al trapianto, così come sono state inserite anche persone che hanno già subito un trapianto, ma sono affette da una qualche forma di rigetto dell'organo.

Numerose le casistiche trattate. "Il Centro - prosegue Ribezzo - assiste da vicino portatori di 'cuore artificiale' nel loro percorso di riabilitazione e si occupa anche di soggetti colpiti da shock post-pericardiotomico, l'insufficienza cardiaca che può insorgere a seguito di un intervento cardiochirurgico. Inoltre sono state fatte le prime esperienze, 5 fino ad oggi, con macchinario Ecmo per il supporto extracorporeo al circolo sanguigno artero-venoso. Sempre più numerosi, poi, i pazienti colpiti da insufficienza ventricolare sinistra severa secondaria a valvulopatia aortica o mitralica, accolti a Maria Pia Hospital, stabilizzati e studiati nell’ottica di un intervento percutaneo - quindi non chirurgico - di sostituzione o riparazione delle valvole non più funzionanti".

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