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'Ndrangheta

Klaus Davi: "Aggredito a Vibo Valentia, grave che nessuno mi abbia aiutato"

02 luglio 2016 | 18.44
LETTURA: 2 minuti

(fonte Youtube /LaC)
(fonte Youtube /LaC)

"Mi hanno picchiato in testa e in faccia, mentre giravo le riprese per un programma sulla 'ndrangheta in pieno centro storico a Vibo Valentia, per fortuna senza gravi conseguenze". Così il giornalista Klaus Davi, raggiunto telefonicamente dall'Adnkronos mentre si trova al Pronto soccorso della cittadina calabrese, racconta l'episodio di cui è stato protagonista questa mattina.

Davi stava intervistando la madre di Andrea Mantella, un esponente della 'ndrangheta che da qualche giorno ha deciso di pentirsi: la donna, che ha scritto una lettera ai quotidiani locali dissociandosi dalla decisione del figlio, stava rispondendo alle domande, davanti al negozio di ortofrutta che gestisce. Durante l'intervista sono intervenuti alcuni parenti che hanno allontanato il giornalista e l'operatore, poi in due si sono avvicinati e hanno cominciato a picchiare Klaus Davi.

"L'aggressione in sé in questi ambienti difficili fa parte del lavoro, va messa in conto, la cosa grave è che non si è avvicinato nessuno benché io abbia più volte chiesto aiuto e in tanti abbiano visto la scena - racconta - Ho chiamato il questore per informarlo ed è subito arrivata una volante, e poi sono stato portato al Pronto Soccorso. I testimoni dell'aggressione c'erano ma nessuno è venuto da noi né ha chiamato la polizia".

"Continuerò a lavorare al documentario poi dopo la pausa estiva riprendo le inchieste per la Rai - assicura il giornalista - La 'ndrangheta è la mafia più potente, più ricca, più internazionale ma quella meno raccontata a livello nazionale. La popolazione in Calabria è estremamente accogliente e disponibile ma lì in quel momento hanno avuto tutti paura, evidentemente perché subiscono. Quello della 'ndrangheta è il marketing della paura - conclude Klaus Davi - per questo non me la sento di accusare la gente".

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