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Roma, pugni alla compagna persino durante le visite in carcere: arrestato

14 luglio 2016 | 12.28
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(Fotogramma)
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Pugni alla compagna persino durante le visite in carcere. A far emergere le violenze ripetute nei confronti di un intero nucleo familiare sono state le indagini effettuate dagli agenti della polizia di Stato del commissariato Torpignattara, diretto da Luca Cosimati, che nella mattinata di ieri, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma, hanno arrestato H.S., rom di 38 anni nato in Italia, che dovrà rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni gravi e minacce.

Le indagini sono scattate quando gli investigatori sono venuti a conoscenza delle numerose volte in cui una donna, abitante in un campo nomadi della Capitale, era stata costretta a ricorrere alle cure dei sanitari attribuendo le lesioni, di volta in volta subite, a cause accidentali. Gli investigatori del commissariato specializzati nei reati di maltrattamenti in famiglia hanno intuito che tutto ciò potesse essere conseguenza di episodi violenti.

Le investigazioni effettuate hanno permesso di ricostruire ben dieci anni di violenze subite dalla donna e dai suoi figli minori. Tanti gli episodi, uno in particolare commesso anche durante il periodo di detenzione di H.S., il quale, durante le visite familiari, mentre si trovava nell’area verde della casa Circondariale, aveva colpito la propria compagna con un violento pugno procurandole la frattura delle ossa nasali.

Non sono mancati, ai danni della donna, ferimenti con arma da taglio, anche questi mai denunciati dalla vittima che era costretta a vivere in un clima di minacce e terrore messe in atto non solo dal suo convivente ma, anche, dai familiari di quest’ultimo.

Le indagini hanno accertato inoltre che, a rimanere vittima di violenze, era stata anche l’anziana madre della donna, che in passato aveva subito delle lesioni a seguito di un investimento volontario da parte dell’aguzzino di sua figlia, quale punizione per aver difeso lei ed i suoi piccoli nipoti, costretti ad assistere inermi alle violenze familiari.

L'uomo, probabilmente sotto effetto di sostanze stupefacenti, nell’ultimo periodo aveva avuto comportamenti violenti anche nei confronti dei figli che in qualche modo cercavano di difendere la mamma. In particolare il più grande, appena quindicenne, aveva tentato più volte invano di difendere la donna dai pestaggi del padre, situazione che aveva creato nel giovane un grave disagio psicologico al punto di indurlo, per ben due volte, a tentare il suicidio attraverso l’ingestione di farmaci.

La capillare ed attenta disamina di tutti gli elementi raccolti dagli investigatori che, nonostante si siano imbattuti in un ambiento omertoso come quello di un campo nomadi, ha evidenziato una condizione ad alto rischio di recidività per l’intero nucleo familiare, permettendo così all’Autorità Giudiziaria di emettere un'ordinanza restrittiva nei confronti dell'uomo.

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