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Sermoni violenti e pene corporali a figlia 'Jihad', espulso imam

27 luglio 2016 | 13.56
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

Aveva chiamato la figlia 'Jihad' l'imam 'radicalizzato' di Noventa Vicentina, espulso su provvedimento del ministro dell'Interno per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato. Sull'uomo indagava la Digos di Reggio Emilia, che ieri sera a Fiumicino lo ha imbarcato su un volo Alitalia per il Marocco.

Mohammed Madad , marocchino di 51 anni, fino a sei mesi fa abitava in provincia di Reggio Emilia, a Carpineti, e svolgeva il suo ruolo di imam a Gatta, località di Castelnuovo Monti. Madad si era poi trasferito a Noventa Vicentina, in provincia di Vicenza.

Mentre a Gatta la comunità islamica era composta da poche persone, a Noventa Vicentina l'imam aveva trovato una comunità più grande, tanto da riuscire a percepire un vero e proprio stipendio. Il 51enne era monitorato dalla Digos di Reggio Emilia già da prima del suo trasferimento. Gli investigatori avevano ricevuto infatti alcune segnalazioni nei suoi confronti.

A quanto apprende l'Adnkronos, il 51enne infliggeva punizioni corporali ai figli minorenni, due maschi e due femmine. Ed era un "intransigente radicale e faceva predicazioni invasive e violente di matrice salafita", spiegano ancora gli investigatori della Digos di Reggio Emilia, che in collaborazione con i colleghi di Vicenza, hanno eseguito l'ordine di espulsione disposto dal ministro dell'Interno per minacce alla sicurezza dello Stato e per pericolo di agevolare organizzazioni e attività terroristiche anche internazionali. Inoltre "faceva rituali magici a pagamento" e aveva la "capacità di suggestionare e influenzare le persone, che indottrinava verso un islam estremista".

L'espulsione ordinaria è di 10 anni ma in questo caso è stata disposta un'espulsione per 15 anni.

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