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Omicidio Rea

Omicidio Rea, Cassazione: "Parolisi falso, nessuna attenuante"

29 luglio 2016 | 20.58
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(Fotogramma)
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Una vera e propria "strategia di depistaggio" quella messa in atto dall’ex caporalmaggiore dell’esercito Salvatore Parolisi, per sviare le indagini dopo il ritrovamento del cadavere della moglie Melania Rea. E’ anche per questo che, secondo la Corte di Cassazione, Parolisi non meritava la concessione della attenuanti generiche. Il passaggio è riportato nelle motivazioni alla sentenza definitiva, con cui il 13 giugno scorso i supremi giudici, hanno confermato la condanna a 20 anni, emessa dalla corte d’assise d’Appello di Perugia. Gli ermellini parlano anche di "falsità" e "doppiezza" che, insieme alla strategia per sviare le indagini fanno decadere ogni possibilità di vedersi concesse le attenuanti generiche, come invece aveva richiesto la difesa.

L'AVVOCATO DELLA FAMIGLIA REA - "Non c'era alcuna ragione per cui meriti attenuanti, per questo, eravamo convinti che non potessero concedere nulla a Parolisi" ha detto all'Adnkronos l'avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni.

LA LETTERA DEL PADRE DI MELANIA - Adesso che la condanna di Salvatore Parolisi è diventata definitiva, il padre di Melania, Gennaro Rea, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, per chiedere che a Parolisi venga revocato lo status di militare. Nella lettera, che il padre di Melania ha scritto al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, chiede "di provvedere al più presto a far scontare la misera pena di Parolisi, al confronto dell'ergastolo del mio dolore, presso un normale carcere, con i delinquenti e gli assassini comuni, quale egli è". Adesso Salvatore Parolisi si trova nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

IL LEGALE DI PAROLISI - Nelle motivazioni depositate oggi dalla Corte di Cassazione, con cui la condanna a 20 anni di reclusione per Salvatore Parolisi - ritenuto l'assassino della moglie Melania Rea - è diventata definitiva, "niente di nuovo". A dirlo, ad AdnKronos, è Nicodemo Gentile, legale dell'ex caporalmaggiore, insieme al collega Walter Biscotti. Per il legale, "la motivazione si incanala nella solita critica nei confronti di Parolisi, che poi ha portato alla condanna definitiva, quindi - ha concluso - ce l'aspettavamo nel momento in cui c'è stato il rigetto".

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