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La sentenza

Bacio sul collo, scatta il reato di violenza sessuale

11 agosto 2016 | 09.30
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(Adnkronos) - ADNKRONOS
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Baciare una persona sul collo può costituire violenza sessuale. E' quanto afferma la Cassazione con la recente sentenza n. 30479/2016, con la quale conferma la condanna nei confronti dell'avventore di un bar a un anno e due mesi di reclusione per aver abbracciato e baciato una delle sue dipendenti, nonostante il rifiuto della donna. Come ricorda 'Studio Cataldi', a essere decisivo per la conferma della condanna per il reato sancito dall'articolo 609-bis del codice penale non è stato solo il rifiuto della vittima, ma anche il fatto che baci e abbracci fossero stati "indirizzati al collo ed all'orecchio, zone notoriamente erogene".

Inutili le obiezioni della difesa, secondo la quale i comportamenti dell'imputato fossero da valutare come "atteggiamenti confidenziali (anche se eccessivi)" in quanto la donna era "uscita con lui addirittura per una settimana". Inoltre, sottolinea la difesa dell'imputato, se avesse voluto compiere "un atto di natura sessuale, avrebbe mirato piuttosto a sfiorare le labbra della donna". Sarebbe poi mancata la "prova dell'elemento soggettivo del reato, giacché l'abbraccio e i baci non avrebbero avuto come movente l'eccitazione sessuale". Inoltre "l'imputato e il suo gruppo di amici sarebbero stati soliti scherzare, anche troppo pesantemente con le ragazze del bar".

I giudici della Corte suprema, però, avallando la decisione dei giudici di merito che hanno "compiuto un'adeguata valutazione del contesto", inquadrano la condotta dell'uomo come violenza sessuale. In tema di reati sessuali, spiegano, "la condotta vietata dall'art. 609-bis cod. pen. comprende, oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto idoneo, secondo canoni scientifici e culturali, a soddisfare il piacere sessuale o a suscitarne lo stimolo, a prescindere dalle intenzioni dell'agente, purché questi sia consapevole della natura oggettivamente 'sessuale' dell'atto posto in essere con la propria condotta cosciente e volontaria". E ciò i giudici di merito hanno accertato "oltre ogni ragionevole dubbio, con una motivazione logica che, come tale, si sottrae a qualunque sindacato" di legittimità.

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