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Ue: nave Garibaldi, dalla missione in Somalia al vertice di Ventotene/Scheda

22 agosto 2016 | 12.58
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L'Incrociatore Portaeromobili Garibaldi (foto dal sito della Marina militare)
L'Incrociatore Portaeromobili Garibaldi (foto dal sito della Marina militare)

L'Incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi della Marina militare, scelto come sede della conferenza finale del vertice tra il premier Matteo Renzi, Angela Merkel e François Hollande, è stato costruito nei Cantieri Navali di Monfalcone e varato il 4 giugno 1983. La nave, entrata in servizio nel 1985, ha come abituale porto di assegnazione Taranto e, a partire dal 2014, è stata posta alle dipendenze organiche ed operative del neo costituito Comando del Terzo Gruppo Navale, di stanza nella base di Brindisi. Grazie alla propria versatilità d’impiego, ha svolto negli anni un ruolo fondamentale in tutte le principali missioni internazionali che hanno visto impegnata la Marina militare.

La prima attività a cui la Nave ha preso parte è stata l’operazione Restore Hope in Somalia, dal 18 febbraio al 5 aprile del 1994, in supporto alle operazioni per il rientro del contingente italiano. Sempre in Somalia, dal gennaio al marzo del 1995, l’unità ha fatto parte dalla Task Force Unosom in supporto al contingente Onu.

Nell’ambito dell’operazione Dinak, quando l’Italia fornì il supporto operativo e logistico alle operazioni alleate per la soluzione della crisi jugoslava, Nave Garibaldi è stata impiegata in Adriatico dal 26 aprile al 17 giugno 1999. Dal novembre 2001 al marzo 2002 l’unità navale ha partecipato come portaerei e sede di Comando, all’operazione Enduring Freedom, restando continuativamente in mare per 87 giorni senza scali tecnici e percorrendo circa 20.000 miglia.

Nell’estate del 2006 la Marina Militare è intervenuta nella crisi in Libano, in un primo momento con l’operazione Mimosa e successivamente con l’operazione Leonte di cui, dal 29 agosto al 19 ottobre, Nave Garibaldi è stata sede di Comando. In questo periodo l’attività del gruppo aereo imbarcato ha contribuito al controllo del traffico mercantile in transito verso le coste libanesi, mentre l’attività della forza navale è stata incentrata sullo sbarco anfibio nel Libano meridionale per l’introduzione di un contingente interforze di circa 1000 militari dell’allora Reggimento San Marco, dei Lagunari e delle Forze Speciali.

Nel marzo 2011, nell’ambito della crisi libica, Nave Garibaldi ha fornito supporto alle attività internazionali nell’operazione Odissey Dawn. Successivamente, dal 26 marzo al 26 luglio, l’unità della Marina militare ha preso parte all’operazione Unified Protector, di cui per circa due mesi è stata anche la sede di Comando.

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