Sono state registrate numerose repliche e sono 39 gli eventi sismici localizzati di magnitudo pari o maggiore di 3.0, rilevate fra Umbria, Lazio e Marche a partire dalle 3,36 con il terremoto di magnitudo 6 che ha colpito la zona di Rieti. A rilevarlo è l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Le scosse più forti, rileva l'Ingv, sono avvenute nella zona di Norcia (Perugia) con magnitudo 5.1 e 5.4, rispettivamente alle 04:32 e alle 04:33. L'Ingv segnala che la zona interessata dalle repliche (aftershocks), che in prima approssimazione rappresenta l’estensione della faglia attivata, è pari a circa 25 chilometri ed è allineata in senso NNO - SSE. Questa dimensione, spiega l'ente di ricerca, è coerente con un terremoto di magnitudo 6.
La mappa di scuotimento del terremoto più forte, calcolata con i dati delle reti accelerometriche dell’Ingv e del Dipartimento della Protezione Civile, indica uno scuotimento del terreno relativamente più alto nella zona Nord-Occidentale. I valori di picco più alti registrati sono pari a circa il 45% di g alla stazione della Rete Accelerometrica Nazionale di Arquata del Tronto, a 11 chilometri dall’epicentro.
Il terremoto avvenuto questa notte nella zona dell’Appennino centrale alle ore 3:36 (ora italiana), spiega ancora l'Ingv, ha avuto epicentro in provincia di Rieti (vicino Accumoli) ed ha interessato anche le province di Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo. I comuni più vicini all’epicentro sono: Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto.
La magnitudo locale (Richter) del terremoto è pari a 6.0. La magnitudo momento Mw, calcolata con l’analisi delle forme d’onda della Rete Sismica Nazionale, è pari a 6.0.