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Terremoto, ricercatori italiani annunciano nuova tecnologia per controllare edifici

02 settembre 2016 | 17.26
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Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA
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Mentre il neo commissario all'emergenza Vasco Errani si appresta ad affrontare il grande tema della ricostruzione post terremoto, un team di ricercatori italiani annuncia di aver realizzato una nuova tecnologia per monitorare gli edifici coinvolti in un sisma. "La nostra tecnologia è in grado di determinare lo stato di salute degli edifici e può dare importanti informazioni sulle possibili risposte di queste strutture in caso di terremoti " spiega all'Adnkronos il ricercatore Massimiliano Locatelli del team dell'Ino-Cnr che ha realizzato lo strumento con il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze.

Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Nature Scientific Reports. Molte le novità introdotte con questa nuova tecnologia. "Innanzitutto non si deve entrare nella struttura per poterne misurare la resistenza, quindi non ci sono rischi in caso di crolli" e, inoltre, prosegue Locatelli, "non serve il posizionamento di svariati sismografi in punti strategici dell'edificio per potere ottenere la misura dei modi di oscillazione della struttura con la relativa frequenza di ampiezza".

In altre parole, diversamente dalle tecnica più tradizionale degli attuali sismografi, "questo strumento ci consente di misurare l'edificio dall'esterno e in tempi decisamente brevi, quindi con costi decisamente più contenuti". "Noi abbiamo già realizzato il prototipo e test sul campo ottenendo risposte molto significative, ora, per renderlo applicabile in breve tempo -sottolinea Eugenio Pugliese del Dst Università degli Studi di Firenze e Ino-Cnr- bisogna certificare lo strumento. Noi siamo pronti a potenziare il nostro lavoro per poter essere utili nel monitoraggio degli edifici italiani in chiave antisismica".

"Abbiamo effettuato test di laboratorio e due campagne di misura sul campo presso il castello di addestramento dei Vigili del Fuoco di Firenze e all'Ospedale di San Sepolcro, con risultati davvero incoraggianti. La tecnica ha, secondo noi, le potenzialità per essere utilizzata efficacemente su larga scala ma necessita, a tale scopo, di ulteriori approfondimenti e validazioni" indica Locatelli.

Per rendere applicabile su larga scala questa nuova tecnologia, infatti, afferma ancora Pugliese, "si deve finire la ricerca e passare dal prototipo attuale ad uno strumento commercializzabile, passo che si può realizzare con l'aiuto di un'azienda interessata a sostenere l'ingegnerizzazione". "I test che abbiamo realizzato sul campo in ospedali, edifici e strutture, anche con i vigili del fuoco, ci danno risposte con precisione sub-micrometrica. Se lo strumento è ritenuto utile - indica Pugliese- basterebbero dei fondi in più e si potrebbe, in tempi brevi, lavorare sul campo".

La tecnica innovativa messa a punto dai ricercatori italiani è basata sull’olografia digitale nel medio infrarosso e, oltre ad essere applicabile nelle aree sismiche, consente di testare lo stato di salute dei grandi edifici urbani anche a fronte, ad esempio, di intense attività come il traffico pesante o la costruzione di tunnel sotterranei. "Con questa tecnica -aggiunge Elisabetta Baldanzi dell'Ino-Cnr- si può rilevare la stabilità di edifici, strade, ponti, grandi infrastrutture, ed il tutto a distanza". "L’olografia digitale nel medio infrarosso è una tecnica che consente di ricostruire immagini degli oggetti in ampiezza e fase: l’immagine d’ampiezza è assimilabile a una fotografia dell’oggetto osservato, l’immagine di fase fornisce informazioni sugli spostamenti dell’oggetto stesso" riferisce ancora Locatelli.

"In aree urbane densamente popolate ed esposte ad un alto rischio sismico, la conoscenza della risposta dinamica degli edifici diventa di grande importanza per la valutazione della vulnerabilità o del grado di operatività delle strutture" osserva infine Maurizio Ripepe del Dst dell’Università di Firenze. "Le metodologie classiche utilizzate fino adesso richiedono però un intervento sulla struttura dispendioso, anche in termini di tempo e di risorse umane. Il sistema interferometrico che abbiamo proposto permette invece di ottenere risultati analoghi, con la stessa precisione sub-micrometrica, in maniera molto più rapida e da remoto, senza intervenire sulla struttura" chiude il ricercatore.

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