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La preside di Amatrice: "Il corso sembra quello di Baghdad"

12 settembre 2016 | 12.26
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(Afp)
(Afp)

"Il corso di Amatrice assomiglia tristemente a quello di città bombardate, come Baghdad. Là il responsabile è l'uomo, qui la natura ma lo scenario fisico è molto simile". Alla vigilia dell'avvio dell'anno scolastico lo ha detto a Voci del mattino su Radio1 Rai Maria Rita Pitoni, neopreside della scuola provvisoria di Amatrice, allestita in moduli prefabbricati nella frazione di Villa San Cipriano.

"Agli oltre 300 ragazzi di cui sarò la preside, giacché l'Istituto di Amatrice va dalla scuola d'infanzia al liceo scientifico, dirò che la scuola rappresenta la continuità, la regolarità anche in una situazione straordinaria. E che lì troveranno un ambiente protetto, educativo, con molte attività e offerte didattiche e formative, oltreché un percorso psicopedagogico di alto profilo, per aiutarli a metabolizzare gli effetti di questo terribile evento che li ha colpiti. Per contattarli, soprattutto i più grandi, io e le insegnanti abbiamo usato anche le possibilità che offre la Rete, come Facebook e Whatsapp, visto che si trovavano in diversi campi. Ho colto una dicotomia tra le macerie della scuola crollata e la Protezione Civile che era già al lavoro per ricostruire, per ridare la possibilità ai ragazzi di tornare a scuola. E' come se l'uomo non si arrendesse alla natura e volesse subito reagire".

"Come volontaria della Croce Rossa - ha spiegato la nuova preside di Amatrice - mi sono trovata spesso in zone di guerra e sulla base della mia esperienza posso affermare che, oltre ai disagi materiali e oggettivi, ci sono quelli psicologici, interiori, che sono ben più difficili da superare. Ma lavorando di concerto fra associazioni, Asl, università, un gruppo di lavoro coordinato dal ministero dell'Interno, si potrà offrire un efficace supporto ad alunni, insegnanti e genitori. E' tutta una comunità educante che viene aiutata a superare la tragedia e a riacquistare la forza di andare avanti, di ricominciare. Sono stata molto contenta di partecipare a questo progetto - ha concluso la preside - perché si tratta della mia comunità, visto che anch’io sono reatina".

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