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Caserta, appalti illeciti sui rifiuti: 20 arresti. C'è anche presidente Provincia /Video

13 settembre 2016 | 08.42
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Eseguite da Guardia di finanza e Carabinieri 20 misure di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura, nei confronti di amministratori locali, pubblici funzionari e noti imprenditori.

Le attività di indagine hanno consentito di portare alla luce un vero e proprio sistema criminale finalizzato all’assegnazione illecita di appalti milionari in diversi Comuni del casertano.

Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono anche il presidente della Provincia di Caserta e il sindaco di Alvignano, Angelo Di Costanzo, nei confronti del quale è stata applicata la custodia cautelare in carcere, l'assessore all'ambiente del Comune di Alvignano, Simone Giannetti, il sindaco del Comune di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, l'ex sindaco del Comune di Casagiove, Elpidio Russo, e il presidente del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, Pietro Cappella.

L'inchiesta riguarda la presunta assegnazione illecita di appalti, in particolare nel settore dei rifiuti, in diversi comuni del Casertano.

In seguito all'inchiesta, la Commissione nazionale di Garanzia del Partito democratico, "applicando le norme previste dal proprio regolamento", ha disposto la sospensione del sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, che figura tra i destinatari delle misure cautelari.

Oltre ai provvedimenti cautelari personali è stato disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere parla di un "vero e proprio mercimonio di commesse pubbliche" a fronte della "corresponsione di denaro e altre utilità illecite" ad amministratori e funzionari pubblici. Secondo i pm sammaritani, i destinatari dell'ordinanza, grazie alla posizione ricoperta all'interno delle pubbliche amministrazioni interessate, avrebbero pilotato l'aggiudicazione di numerosi appalti a vantaggio del gruppo Termotetti, colosso imprenditoriale operante in vari settori e in varie regioni d'Italia, "il cui dominus - spiega la Procura - si identifica nell'imprenditore originario di San Potito Sannitico, Luigi Imperadore".

I reati ipotizzati sono turbata libertà degli incanti, corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai loro doveri d'ufficio, tutti compiuti "nell'interesse o comunque a vantaggio della Termotetti". Sotto la lente d'ingrandimento della Procura le gare d'appalto per l'affidamento del servizio di igiene urbana che la Termotetti è riuscita ad aggiudicarsi tra il 2013 e il 2015, nonché altre commesse pubbliche relative al settore del ciclo integrato dei rifiuti, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove.

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