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Prima mappa 3D della Via Lattea, l'occhio di Gaia su 1 miliardo di stelle /Video

14 settembre 2016 | 14.17
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Prima mappa 3D della Via Lattea, l'occhio di Gaia su 1 miliardo di stelle /Video

E' uno sguardo su tutta la nostra galassia, la Via Lattea, e sulle galassie vicine quello che il super satellite europeo Gaia ha potuto realizzare in questo anno di attività, in cui ha prodotto la prima mappa della Via Lattea e che studierà oltre un miliardo di stelle. L'annuncio è arrivato dall'Agenzia Spaziale Europea che ha diffuso oggi i risultati della missione scientifica, mostrando la prima mappa tridimensionale mai realizzata della nostra galassia. Dal luglio 2014 al settembre 2015, Gaia ha osservato il cielo e la straordinaria mappa dell'Esa mostra la densità di stelle scrutate dal satellite in ogni porzione di cielo. "Questo catalogo è un vero e proprio tesoro" ha detto l'Esa.

"Le regioni più luminose indicano concentrazioni più dense di stelle, mentre le regioni più scure corrispondono a zone di cielo in cui si osservano meno stelle" ha spiegato l'Agenzia che ha diffuso i dati nel corso di una conferenza nella sua base Esac di Madrid. Gaia è una missione del programma scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea ed ha l'obiettivo di ottenere la migliore mappa tridimensionale della Via Lattea mai realizzata finora. Misurando accuratamente le posizioni e i movimenti di un miliardo di stelle, la missione risponderà a molte domande sull'origine e l'evoluzione della nostra galassia. La missione Gaia è stata lanciata il 19 dicembre 2013 e ha iniziato a luglio 2014 la sua missione scientifica.

I risultati finali della missione non saranno disponibili prima del 2020, ma oggi l'Esa ha diffuso i primi dati ottenuti dal satellite. Dalle immagini si vede che la Via Lattea è una galassia a spirale, con la maggior parte delle sue stelle che risiedono in un disco di circa 100.000 anni luce e circa 1.000 anni luce di spessore. Questa struttura è visibile nel cielo come Piano Galattico - la porzione più luminosa dell'immagine tracciata con i dati di Gaia - ed è orizzontale e particolarmente luminosa al centro, mentre le regioni più scure attraverso tutto il Piano Galattico corrispondono a dense nubi di gas e polveri interstellari che assorbono la luce delle stelle lungo la linea di visibilità.

"Oggi non vengono solo rilasciate le prime immagini della Via Lattea ripresa dal satellite Gaia, ma soprattutto l’immensa moli di dati fin qui raccolti. Da adesso la comunità scientifica potrà avere accesso a questi dati che appaiono essere molto, molto promettenti" afferma la Responsabile Osservazione e Esplorazione dell’Universo dell’Asi, Barbara Negri.

"Questo primo rilascio dei dati raccolti - osserva Mario Lattanzi dell'Inaf, Pi italiano del Data Processing and Analysis Consortium (Dpac)- ci dimostra che, dopo neanche 12 mesi di lavoro, la missione Gaia ha già superato di tre volte la qualità dei risultati della precedente missione europea Hipparcos. Un primo importante successo che vede protagonisti anche gli scienziati italiani e dell'Inaf". I primi dati, sottolineano Asi e Inaf, sembrano confermare l’ipotesi che il piano galattico della nostra galassia sia a tilt, cioè inclinato, non perfettamente orizzontale.

Ed in questa straordinaria missione europea l'Italia ha un ruolo importante sia scientifico che industriale. Alla missione partecipano il Data Science Center dell'Agenzia Spaziale Italiana, ben otto istituti dell'Inaf e strumenti realizzati da Leonardo-Finmeccanica. L'Asdc dell'Asi ospiterà una copia del catalogo che sarà prodotto da Gaia e si sta occupando della realizzazione di strumenti che permettano e facilitino l’accesso, l’estrazione e il data mining di una mole immensa delle informazioni che vi sarà contenuta, aiutando così la comunità astronomica a sfruttarne per intero l’immenso potenziale scientifico. Alla missione partecipano per l'Inaf gli Osservatori di Bologna, Catania, Firenze, Padova, Napoli Roma e Teramo, ognuno impegnato in un tassello della delicata missione di Gaia.

Sul fronte industriale, Leonardo-Finmeccanica ha un ruolo di primo piano nella missione. In particolare, il sensore stellare A-STR (Autonomous Star Tracker) di Leonardo permette il controllo di assetto del satellite con la massima accuratezza. Leonardo ha inoltre fornito i prismi necessari al telescopio di Gaia, che ha richiesto la progettazione di ottiche di forma sferica di grandi dimensioni, la Pcdu- Power Conditioning and Distribution Unit, ovvero l’unità per la regolazione e la distribuzione della potenza del satellite. Importante anche il ruolo di Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) anche attraverso il Data Processing Center Italiano (Dpct) finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana e realizzato a Torino presso il centro Altec (joint venture tra Thales Alenia Space Italia al 63,75% e Agenzia Spaziale Italiana al 36,25%), parte del segmento di terra della missione. Anche Telespazio (joint venture tra Leonardo e Thales) contribuisce alla missione Gaia.

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