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Dna centenari sardi, ritrovate le provette sparite

15 settembre 2016 | 22.08
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Dna centenari sardi, ritrovate le provette sparite

Ritrovate le provette con il Dna dei sardi centenari dell’Ogliastra custodite nel Parco Genetico dell’Ogliastra e sparite il 10 agosto scorso dai laboratori del Consorzio GenOs, a Perdasdefogu (Nuoro). Le hanno trovate i carabinieri di Jerzu (Nuoro) in un freezer del reparto di oculistica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, nell’ospedale San Giovanni di Dio. L’Ogliastra, regione della Sardegna centromeridionale, è al centro di importanti studi genetici mondiali perché si registra tra la popolazione una prevalenza di centenari superiore al 50% rispetto ad altre popolazioni longeve degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e il più alto tasso di longevità al mondo solo dopo la regione giapponese di Okinawa.  

Le indagini hanno avuto origine dalla denuncia di furto da parte del personale del Parco genetico e resa pubblica dal deputato sardo Mauro Pili dopo la recente vendita della SharDna Spa alla società londinese Tiziana Life Sciences, società specializzata nella ricerca su farmaci per il trattamento di malattie immunologiche, genetiche e oncologiche. I carabinieri di Perdasdefogu e della compagnia di Jerzu (Nuoro) avevano accertato infatti "che alcuni cassetti dei freezer del parco genetico erano vuoti e che, sulla base di una stima provvisoria, sarebbero risultate mancanti circa 14.000 provette di dna ed altre contenenti altri campioni biologici".  

L’8 settembre scorso, il procuratore di Lanusei, Biagio Mazzeo, ha incaricato delle indagini i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Jerzu, "non solo per scoprire gli autori della sottrazione, ma anche per chiarire la legittimità delle detenzione di provette e dei dati anagrafici, con l’acquisizione dei consensi prestati dai cittadini dell’Ogliastra, che avevano partecipato al progetto di studio genetico sui sardi centenari".

La Procura ha voluto vedere chiaro e verificare anche il rispetto della normativa vigente in materia di tutela dei dati personali.   Nel corso delle indagini i miliari del Nucleo operativo, sotto il comando del maresciallo Paolo Oggiano e con il coordinamento del capitano Giuseppe Merola, hanno scoperto che parte del materiale genetico, così come "dei dati informatici e cartacei relativi all’anagrafica dei partecipanti e alla prestazione del consenso da parte degli stessi, poteva trovarsi nella sede di Pula (Ca) della Shardna". Per completare le indagini e di assicurare le prove, il pm ha emesso i decreti di perquisizione e sequestro, "da eseguirsi presso entrambe le strutture che detenevano il materiale genetico e la relativa documentazione".  

Nella tarda serata di ieri, nel corso di un’operazione che ha portato al sequestro del Parco Genos, di documenti, materiale informatico e genetico della Shardna, i carabinieri hanno trovato le provette con il dna dei centenari sardi nei freezer dei laboratori della clinica oculistica della A ospedaliero Universitaria  di Cagliari all’ospedale San Giovanni di Dio. Le indicazioni per il ritrovamento sono state fornite ai carabinieri dal genetista del Cnr Mario Pirastu, cofondatore con Renato Soru di SharDna,la società poi recentemente venduta alla Tiziana Life Sciences.  

"Si tratta di 25.200 provette contenenti il dna verosimilmente corrispondenti a quelle oggetto della denuncia di furto dal Parco genetico dell’Ogliastra di Perdadefogu. In attesa di ulteriori accertamenti, le provette sono state sequestrate",spiega la procura .   Stamani, il pm Mazzeo ha delegato nuovamente i carabinieri "di proseguire nelle indagini, provvedendo a sentire come persona informata dei fatti il dott. Pirastu".

Mazzeo vuole chiarire con Pirastu "l’epoca, le circostanze e le ragioni per cui il materiale detenuto a Perdasdefogu fosse stato trasferito all’ospedale San Giovanni di Dio. Si vuole altresì accertare – spiega la procura di Lanusei -, di concerto con il garante per la tutela dei dati personali, che aveva già da tempo avviato un’attività conoscitiva sulla cessione del ramo d’azienda, per il tramite del tribunale fallimentare di Cagliari, della Shardna spa, se le azioni sinora poste in essere da parte dei vari soggetti interessati alla vicenda, siano conformi alle prescrizioni della legislazione vigente in materia di tutela dei dati personali". Non si sa però come e quando le provette siano finite a Cagliari, nel reparto di oculistica del San Giovanni di Dio.  

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