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Papa Francesco: "Gesù accoglierebbe gay e trans"

03 ottobre 2016 | 11.07
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Papa Francesco (Foto Afp) - AFP
Papa Francesco (Foto Afp) - AFP

La visita in Georgia e Azerbaigian, i suoi prossimi viaggi, le questioni del gender e dell'omosessualità, i rapporti con la Cina, i nuovi cardinali e tanti altri temi sono stati al centro del colloquio di Papa Francesco con i giornalisti durante il volo di ritorno da Baku, lo riferisce Radio Vaticana.

Sollecitato su omosessualità e gender il Pontefice afferma che ha accompagnato nella "vita di sacerdote, di vescovo e anche di Papa, persone con tendenza e con pratica omosessuali": "Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, Gesù non gli dirà sicuramente: 'Vattene via perché sei omosessuale!'". Condanna ancora una volta con fermezza l’ideologia gender, la "cattiveria" dell'indottrinamento e quelle forme che chiama "colonizzazioni ideologiche".

Parla di un ragazzo spagnolo che ha cambiato sesso e ribadisce la necessità di avere un cuore aperto: "Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a non dire: 'Ma, tutto è lo stesso, facciamo festa'. No, questo no. Ma ogni caso accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo". Questo, afferma, "è quello che farebbe Gesù oggi". Poi aggiunge: "Per favore, non dite: 'Il Papa santificherà i trans!'. Per favore, eh?".

Bergoglio prosegue: "Voglio essere chiaro. È un problema di morale. E’ un problema. E’ un problema umano. E si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità, come abbiamo parlato nel caso del matrimonio, leggendo tutta l’Amoris Laetitia, ma sempre così, ma sempre con il cuore aperto".

Francesco quindi torna anche sul tema del divorzio, delle famiglie ferite e dell’attacco alla famiglia: "L’immagine di Dio non è l’uomo: è l’uomo con la donna. Insieme. Che sono una sola carne quando si uniscono in matrimonio. Questa è la verità. È vero che in questa cultura i conflitti e tanti problemi non ben gestiti e anche filosofie di oggi, faccio questo, quando mi stanco ne faccio un altro, poi ne faccio un terzo, poi ne faccio un quarto, è questa guerra mondiale che lei dice contro il matrimonio. Dobbiamo essere attenti a non lasciare entrare in noi queste idee".

Centrale per Francesco è la "misericordia". Esorta alla lettura integrale dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia, dice "che esiste il peccato, la rottura, ma anche la cura, la misericordia, la redenzione" e mostra la via per risolvere i problemi: "Con quattro criteri: accogliere le famiglie ferite, accompagnare, discernere ogni caso e integrare, rifare".

Spiega che presto saranno eletti 13 nuovi cardinali che apparterranno ai cinque continenti perché si veda l'universalità della Chiesa. Sulla visita, "privata", ai terremotati in Centro Italia ribadisce che a breve sceglierà la data, citando la possibilità della prima domenica d’Avvento. Molti gli appuntamenti internazionali per il prossimo anno a partire dalla visita a Fatima, poi India e Bangladesh, non ha confermato il viaggio in Africa né quello in Colombia, legato al processo di pace.

Sulla Cina ammette il desiderio di un viaggio e ribadisce la stima per quel popolo, ma spiega: dei rapporti tra Vaticano e i cinesi "si sta parlando, lentamente … Ma le cose lente vanno bene, sempre. Le cose in fretta non vanno bene". Sollecitato sul conferimento del prossimo Premio Nobel per la Pace evoca un riconoscimento, una dichiarazione dell’umanità per le vittime della guerra, delle bombe: bambini, invalidi, anziani, violenza - dice - che "è un peccato contro Gesù Cristo": "La carne di quei bambini, di quella gente ammalata, di quegli anziani indifesi, è la carne di Cristo. Ma ci vorrebbe che l’umanità dicesse qualcosa per le vittime delle guerre".

Interpellato sulla campagna presidenziale negli Stati Uniti non si esprime, sottolineando che il "popolo è sovrano", pure evidenziando che "quando succede che in un Paese qualsiasi ci sono due, tre, quattro candidati che non danno soddisfazione a tutti, significa che la vita politica di quel Paese forse è troppo politicizzata ma non ha tanta cultura politica".

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