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Parma, Pizzarotti di nuovo indagato: "Sono sereno"

20 ottobre 2016 | 18.44
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, è indagato nell’ambito della vicenda della vendita della quota di maggioranza della ‘Stu Pasubio’, la società di trasformazione urbana che ha realizzato un ingente intervento nell’area vicino alla stazione ferroviaria. Insieme a lui, risulta indagato l'ex commissario Mario Ciclosi, alla guida del Comune di Parma dal novembre 2011 fino alle elezioni del maggio 2012. Il fascicolo relativo a questo filone d'indagine è stato aperto, in realtà, dalla Procura nel 2012. L’accusa - a quanto si apprende - sarebbe di "turbata libertà di scelta del contraente".

La quota di maggioranza era stata ceduta dal Comune, nell’ottobre del 2012, alla società Remilia, del gruppo Unieco. Nel mirino della procura ci sarebbero anche tutti i membri dell'allora consiglio di amministrazione della 'Stu Pasubio'. La notizia dell’indagine è stata confermata dallo stesso Pizzarotti che, in un post su Facebook, ha spiegato:  "Sono tranquillo e sereno".

"Abbiamo liberato Parma da 40 milioni di euro di debiti, ma risulto indagato - scrive Pizzarotti - Devo comunicarvi che sono venuto a conoscenza di una nuova indagine nei miei confronti, relativa a una questione di oltre quattro anni fa, quando, diventato sindaco da pochissime settimane, ho dovuto affrontare il difficile e grave problema del debito di Parma che sappiamo tutti ha rischiato di mandare la città in default".

"Pur non conoscendo per nulla i dettagli dell'indagine, che non mi sono stati comunicati in modo ufficiale ma che ho appreso dalla stampa - spiega il sindaco - so che si tratta della vendita di Stu Pasubio. Sinceramente mi sorprendo dell'indagine, visto che la vendita di Stu Pasubio era una procedura già in atto e visto che la società in questione era una partecipata che aveva oltre quaranta milioni di debiti. Chi l’ha comprata era l’unico soggetto che aveva interesse ad acquisire la partecipazione per completare l’operazione immobiliare".

"Quello che abbiamo fatto noi, continuando l'operazione del commissario Ciclosi - sottolinea Pizzarotti - è stato di liberare i parmigiani da un debito di più di 40 milioni lasciato in eredità. Sono tranquillo, sono sereno, soprattutto perché non mi occupo dei bandi di gara che escono, ci sono i tecnici per questo. So che anche questa volta il risultato è stato salvaguardare gli interessi dei parmigiani. Mi sono preso un impegno verso la città, assumendomi ogni onere. Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, nel rispetto della legge e a tutela dei miei concittadini. Mi sorprende solo che ancora una volta la notizia esca dalla Procura senza che un avviso di garanzia con dettagli utili e dati essenziali arrivi al diretto interessato".

Dopo l’archiviazione dell’inchiesta per abuso d’ufficio sulle nomine dei vertici del Teatro Regio, Pizzarotti è attualmente sotto indagine della magistratura anche per un’altra vicenda, oltre a quella della vendita di Stu Pasubio, l’alluvione del torrente Baganza dell’ottobre 2014. La Procura ha aperto un fascicolo per verificare che non vi fossero state negligenze o omissioni nella comunicazione dell’allerta e nell’attivazione delle misure di sicurezza e degli interventi di emergenza. L’ipotesi di reato è di disastro colposo. L’alluvione aveva mandato sott’acqua interi quartieri, provocando un danno di oltre 100 milioni di euro.

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