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Terremoto, Chiara e il figlio disabile Simone in trappola nella casa del Comune di Roma

27 ottobre 2016 | 17.02
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Il nono piano di un palazzone in zona Tiburtina. La scossa di ieri si è sentita, e come. La casa ha ondeggiato spaventosamente con i quadri che cadevano dalle pareti, e il letto si è spostato. Ma lei e suo figlio non si sono potuti muovere. Chiara Bonanno è la mamma di Simone, un ragazzo gravemente disabile di 19 anni che vive in via Sante Bargellini, una traversa di via Tiburtina. Quella casa è diventata per lui una prigione per quell'ascensore troppo stretto e le porte così piccole che il letto, da cui Simone non può alzarsi, non ci passa. Così anche lei non si può muovere.

"Questo appartamento è del Comune - racconta Chiara Bonanno all'Adnkronos - siamo venuti a vivere qui 16 anni fa. All'epoca mio marito era ancora vivo. Poi sono rimasta sola e da quando mio figlio si è aggravato non possiamo più uscire. Ho provato a chiedere più volte un appartamento al pianterreno, ma nulla, mi hanno risposto che dovevo trovare da sola un altro inquilino disposto a fare un cambio".

Non solo, da circa un anno a questa parte il Municipio IV, in cui vive, non le passa più l'assegno per l'assistenza domiciliare: "Mi hanno corrisposto solo 3 mensilità nel 2016". Chiara ha dunque denunciato pubblicamente la grave violazione che aggrava in modo importante la loro già precaria condizione familiare. Si tratta infatti di una famiglia monoparentale, con abitazione inaccessibile, risposte insufficienti a coprire le reali necessità assistenziali e importanti difficoltà economiche. Una condizione che è comune a molte altre persone con disabilità in Italia.

Dopo la scossa di ieri Chiara ha nuovamente chiamato i vigili del fuoco che le hanno confermato che l'appartamento è nel'elenco di quelli segnalati. "Per fortuna - racconta Chiara - mi hanno detto che le crepe riguardano l'intonaco e che non ci sarebbero danni strutturali. Hanno anche confermato che la casa non è adatta a Simone. Ma se dovesse essere dichiarata inagibile l'unica alternativa possibile sarebbe l'istituzionalizzazione di Simone".

"I vigili - aggiunge - mi hanno detto che per valutare in maniera più approfondita la tenuta del palazzo occorre che intervenga il Genio Civile che può muoversi sempre attraverso il Comune/Municipio. Dunque dipende ancora tutto dal IV Municipio, che continua con il suo atteggiamento di abbandono istituzionale, infatti l'appuntamento che con il sindacato inquilini era fissato per venerdì e stato disdetto senza motivo e senza alcuna altra data".

A Chiara fa eco Michelangelo Giglio, rappresentante del Sunia che avrebbe dovuto partecipare all'incontro con il vicepresidente del IV Municipio Rolando Proietti Tozzi. "Continueremo la nostra battaglia - annuncia Giglio - in difesa dei più deboli e incalzeremo la Giunta, non solo quella del Municipio IV, per il rispetto degli impegni presi in campagna elettorale".

"E' inaccettabile che non vogliano affrontare la questione, che chiudano la porta. E' in atto una guerra contro la povera gente", sottolinea.

Quanto all'incontro in programma venerdì "è stato disdetto senza alcuna motivazione. Ma noi - avverte Giglio - siamo pronti a dare battaglia, anche ad incatenarci sotto il Municipio".

Dal canto suo il vicepresidente del IV Municipio Rolando Proietti Tozzi, raggiunto telefonicamente, non ha voluto rispondere, né ha fornito alcuna giustificazione per la disdetta dell'appuntamento.

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