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1966-2016

50 anni dall'alluvione di Firenze, concerto sinfonico per ricordare

02 novembre 2016 | 10.06
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Alluvione del 1966 a Firenze (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Alluvione del 1966 a Firenze (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Un concerto sinfonico sulle note di due grandi maestri dell'Ottocento, Johannes Brahms e Gabriel Fauré, per ricordare l'alluvione di Firenze nell’anniversario dei suoi 50 anni. Sarà questo l’evento che giovedì 3 novembre, alle 21, vedrà esibirsi presso la Basilica della Santissima Annunziata (piazza della Santissima Annunziata) a Firenze l’Orchestra Sinfonica e il Coro del Conservatorio Luigi Cherubini, rispettivamente diretti dal maestro Paolo Ponziano Ciardi e dal maestro Francesco Rizzi.

L’evento, a ingresso gratuito, si aprirà con il Concerto in Re maggiore op. 77 per violino e orchestra di Johannes Brahms, oggi considerato tra i maggiori capolavori del musicista tedesco, oltre ad essere uno dei concerti per violino più famosi nella storia della musica.

I requisiti tecnici necessari per l’esecuzione degli assolo sono formidabili, richiedendo un uso generoso di rapidi passaggi di scala e variazioni ritmiche con cui si cimenterà la giovane e talentuosa musicista russa Daria Nechaeva, al violino solista.

Si continua con il Requiem op. 48 per soli, coro e orchestra sinfonica di Gabriel Fauré, unico requiem a non terminare in tragedia, ma con un movimento pieno di calma e speranza dall’evocativo titolo di In Paradisum, che vedrà l’interpretazione della soprano aretina Noemi Umani e dal baritono Dielli Hoxha.

“È proprio per questo messaggio di ottimismo che abbiamo deciso di inserire il Requiem di Fauré nel programma del concerto – spiega il direttore d’orchestra, Paolo Ponziano Ciardi – sollevarsi dalla tragedia dell’alluvione non è stata cosa facile per Firenze, ma gli italiani danno spesso il meglio si sé di fronte alle difficoltà, e la città è tornata presto al suo splendore. Con la scelta di questo brano abbiamo voluto veicolare un senso di speranza non solo in relazione allo specifico evento storico, ma anche a tutti i drammi che ci troviamo ad affrontare”.

Inoltre, spiegando le complessità relative alla preparazione del repertorio aggiunge: “Per quanto riguarda il Concerto in Re maggiore op.77 è necessario sottolineare come Brahms sia un autore di difficile esecuzione per l’estrema densità della sua musica. È questo il motivo per cui, normalmente, non è un compositore che viene affrontato dai giovani concertisti e in tal senso è encomiabile la preparazione e il talento dimostrati sia dall’orchestra che della nostra solista Daria Nechaeva”.

Dice il direttore del coro, Francesco Rizzi: “L'esecuzione del Requiem di Fauré è affidata al Coro Sinfonico del Conservatorio, un complesso che conta più di cento elementi selezionati tra gli iscritti alle classi di canto e a tutte le tipologie di strumento, che hanno iniziato a studiare questa importante partitura a partire dal mese di febbraio per una prima esecuzione avvenuta in maggio. Il linguaggio che Fauré adotta nel musicare il suo Requiem, il cui testo ha costituito un notevole banco di prova per tutti i musicisti di ogni epoca, è assai particolare, penetrante ma fuori da ogni retorica, ricco di cromatismi eppure orecchiabile in tante sue delicate melodie, forte per la potenza di tanti passi drammatici e al tempo stesso dolce fino a diventare sensuale. Di conseguenza al coro è richiesta una grande duttilità vocale, una notevole padronanza nell’uso dei colori ed infine una notevole attenzione nel curare l’affinamento e la precisione dell’intonazione”.

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