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Terremoto

Satellite giapponese conferma: area di Norcia scalzata di 35 centimetri

04 novembre 2016 | 17.46
LETTURA: 4 minuti

Mappa di deformazione (Foto CNR-INGV_ASI)
Mappa di deformazione (Foto CNR-INGV_ASI)

Il terremoto del 30 ottobre scorso ha scalzato l'area di Norcia di decine di centimetri, spostandola verso ovest e sollevandola, fino a provocare una deformazione di 35 centimetri del terreno. La forza del sisma ha inoltre abbassato significativamente il suolo nell’area di Castelluccio per di 60 cm ed ha spostato verso est l'area di Montegallo. A rilevare la devastazione prodotta dal terremoto di magnitudo 6.5 è stato il satellite giapponese Alos 2, i cui dati sono stati elaborati e diffusi oggi dai ricercatori del Consiglio nazionale delle Ricerche, dell'Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia e dall'Agenzia Spaziale Italiana.

Alos 2 ha confermato così i risultati ottenuti dalle precedenti analisi basate sui dati dei sensori dei satelliti Sentinel-1 e Cosmo-SkyMed, aggiungendo nuovi dettagli. Le elaborazioni sono state effettuate dal Cnr-Irea sulle immagini radar acquisite dal sensore giapponese che opera in banda L. In particolare, i ricercatori con i dati satellitari hanno delineato la mappa di deformazione co-sismica, calcolata utilizzando le immagini di Alos 2 pre e post-evento, acquisite rispettivamente il 24 agosto e il 2 novembre 2016, in cui si evidenziano due lobi principali di deformazione.

Il primo, spiega il Cnr-Irea, "che interessa l’area di Norcia, mostra uno spostamento verso ovest e un sollevamento che, nella linea di vista del radar, corrispondono a circa 35 cm di deformazione". Il secondo, aggiungono i ricercatori, "mette in luce un significativo abbassamento del suolo nell’area di Castelluccio (più di 60 cm in linea di vista del sensore) e uno spostamento verso est dell’area di Montegallo".

I dati ottenuti dal satellite Alos 2 sono frutto degli accordi esistenti tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella giapponese Jaxa, "ulteriore dimostrazione della cooperazione internazionale che è alla base dell’attività spaziale, come già evidenziato con i satelliti Cosmo SkyMed e Sentinel in molteplici occasioni" sottolineano Cnr, Ingv e Asi.

L'interferogramma di Alos 2 elaborato dall'Ingv mostra ancora una volta "la complessità della deformazione a scala locale". I due profili tracciati "attraverso le zone di massima deformazione nelle aree interessate dai due terremoti di Visso M 5.9 e Norcia M 6.5, -spiegano i ricercatori- mostrano il movimento della superficie terrestre causato dallo scorrimento in profondità dei due lati del piano di faglia, avvenuto durante i due eventi sismici". "Grazie alla loro minore sensibilità alla copertura vegetale rispetto ai dati di altri satelliti, i dati Alos 2 forniscono informazioni molto importanti per ricostruire geometria e posizione delle sorgenti sismiche" evidenziano ancora gli esperti.

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