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Bimbi asilo in silenzio o chiusi in bagno, sospese tre maestre a Cagliari

10 novembre 2016 | 20.21
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Bimbi asilo in silenzio o chiusi in bagno, sospese tre maestre a Cagliari

Avrebbero usato violenze verbali, urlato e maltrattato i loro alunni e oggi sono state sospese dalle loro funzioni tre maestre della scuola per l’infanzia di via Sant’Antonio a Quartu Sant’Elena (Cagliari), dipendente dall’Istituto Comprensivo Statale 3.

I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Comando di Quartu hanno notificato alle tre - M. E. (56enne), C. I. (52enne) e D.P. (49enne) - la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione di insegnante e maestra per la durata di sei mesi.

I reati contestati alle tre insegnanti sono maltrattamenti in famiglia o su conviventi e abbandono di persone minori o incapaci.

La misura, richiesta dal pm Liliana Ledda ed emessa dal Gip Lucia Perra, è stata emessa all’esito delle indagini dei carabinieri, condotte dal febbraio 2015 fino ad aprile dello stesso anno: dopo la presentazione di alcune denunce di genitori, i carabinieri hanno raccolto numerose testimonianze di altri genitori di bambini che frequentavano (o che hanno frequentato in passato) l’istituto. Dalle testimonianze sono emersi alcuni fatti gravi tanto da rendere necessarie intercettazioni e riprese video di ciò che avveniva nelle classi e nei corridoi, che hanno da subito evidenziato come "vi fossero inadeguatezze educative e maltrattamenti sul piano psicologico, solo talvolta sfociati in maltrattamenti di tipo fisico. I bambini venivano vessati - si legge nell’ordinanza - costretti a rimanere seduti, spesso senza poter parlare, senza poter giocare e rimproverati per ogni minima 'mancanza'; in alcune circostanze i bambini sono stati rinchiusi per qualche tempo in bagno a titolo punitivo".  

"Notevole - prosegue l’ordinanza - è apparso anche il disagio psicologico dei minori rimproverati in aderenza a quanto denunciato dai genitori. E’ risultata essere quasi completamente assente la parte didattica: infatti le insegnanti passavano il tempo nella loro postazione a confezionare i 'lavoretti' dei bambini (i quali raramente vengono coinvolti in attività creative) senza che si dedicassero veramente all’insegnamento".

"In più occasioni (le insegnanti, ndr) si sono rivolte ai bambini con toni e modi aggressivi e intimidatori ricorrendo a termini come 'testardi' o 'testardi come muli' oppure con frasi del tenore 'allora adesso cominciamo con la tecnica a urla. Ti prendo tutti i giorni a urla!! Asa biri (vedrai). Porca miseria. Adesso (OMISSIS) la metto nell'armadio, vero?!'".        

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