"Oltre 300 giudici di pace hanno chiamato in causa dinanzi al Tar del Lazio il Governo italiano nelle persone del premier Renzi e del ministro della Giustizia Orlando, denunciando la violazione a loro danno dell'ordinamento comunitario e della giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea". Ad annunciarlo è l'Unione nazionale dei giudici di pace.
"Il Governo italiano - accusa il segretario generale Alberto Rossi - infrange tutte le norme europee sul lavoro a danno dei giudici di pace, mediante la reiterazione abusiva di contratti a termine, il mancato riconoscimento di un compenso fisso e dignitoso, l'assenza di tutele della maternità, della salute e da infortuni sul lavoro, addirittura il disconoscimento dello stesso diritto alla pensione in aperta violazione di una sentenza della Corte di Giustizia Europea".
Sottolinea la presidente Mariaflora Di Giovanni: "Siamo i lavoratori in nero della Giustizia e la riforma in corso accentua il nostro precariato e la sudditanza dei giudici di pace allo Stato, prevedendo solo doveri e nessun diritto. Domani - annuncia - andremo al Consiglio superiore della Magistratura per chiedere che assuma una posizione netta di condanna del Governo italiano che, calpestando i nostri diritti, lede gravemente l'indipendenza ed autonomia dell'intera magistratura".