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Roma

Sfregio all'Elefante del Bernini, Procura Roma avvia indagine

15 novembre 2016 | 12.36
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Foto Adnkronos
Foto Adnkronos

Un fascicolo d'indagine sarà aperto dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari sul danneggiamento dell'elefantino, opera del Bernini, che fa parte della scultura che si trova in piazza della Minerva. L'ipotesi di reato, presa in considerazione, è quella di danneggiamento di opera d'arte da parte di ignoti. Il fascicolo conterrà la relazione dei vigili urbani che sono intervenuti dopo la scoperta del danno per acquisire anche le immagini eventualmente raccolte dalle telecamere dislocate nella zona.

"Non si può escludere l'ipotesi che la punta della zanna" dell'Elefantino di Piazza della Minerva a Roma, dice all'Adnkronos Federica Giacomini, restauratrice della sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, "si sia staccata da sola, ma non è probabilissimo". "Da quello che ho potuto verificare nell'immediato, prima che il reperto venisse posto sotto sequestro, la parte staccata è una vecchia integrazione in malta realizzata negli anni '70", quindi non originale. Come non è originale, del resto, la punta della seconda zanna, quella non danneggiata. "Entrambe le zanne - spiega Giacomini - erano rotte almeno dalla fine dell''800, stando alle documentazioni fotografiche dell'epoca, e sono state entrambe rifatte, come prescrive la scuola di restauro italiana, in malta, materiale meno nobile del marmo, in modo da garantire sia l'armonia generale del monumento, sia la leggibilità dei restauri fatti. Si tratta di parti sporgenti e quindi facilmente soggette a rottura, soprattutto per un monumento collocato all'esterno e non in un museo". "Per riattaccare la punta in malta, vengono utilizzati dei collanti sintetici scelti dal restauratore in funzione del peso e della natura del materiale da incollare - sottolinea Giacomini - e poi la frattura viene sigillata con uno stucco che la protegge. Ma sono interventi che non durano in eterno, ma vanno ripetuti nel tempo".

Per questo la restauratrice non esclude del tutto l'ipotesi che il distacco possa anche essere avvenuto da solo, anche "se è molto improbabile. E' più facile che ci sia stata un'azione meccanica, causata da qualcuno che ha cercato di arrampicarsi o da una pallonata. Ma non lo sappiamo. Aspettiamo l'esito delle analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona".

In ogni caso, per avviare la ricollocazione del pezzo, "che non si è affatto danneggiato con la caduta, ma è rimasto perfettamente integro, ci vorranno alcuni giorni". Prima però il frammento dovrà essere dissequestrato, quindi si procederà "alla verifica dello stato di conservazione del monumento e del pezzo staccato, poi se saranno necessari - spiega la restauratrice - si faranno gli interventi di rinforzo, quindi le puliture e la ricollocazione della punta della zanna". I costi, come già annunciato ieri dalla sovrintendenza capitolina, saranno compresi tra 1.500 e 2.500 euro. "Sono costi relativi al personale che interverrà e alle attrezzature, perché per monitorare la scultura e ricollocare la zanna servirà un cestello elevatore". Il risultato finale, conclude Giacomini, "sarà il ripristino esatto della situazione che c'era prima della rottura".

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