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Fara San Martino, capitale dell'acqua e della pasta. Il sindaco: "Il fiume Verde è la nostra ricchezza"

22 novembre 2016 | 15.20
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Fara San Martino, Abbazia di S. Martino (foto di Elio Torlontano)
Fara San Martino, Abbazia di S. Martino (foto di Elio Torlontano)

Quattro pastifici per 1400 abitanti. E' Fara San Martino, la cittadina dell'acqua e della pasta, immersa nel parco nazionale della Maiella, nel cuore dell'Abruzzo. Ma anche immortalata dal pittore olandese Maurits Cornelis Escher in una xilografia del 1929: un'incisione su legno in cui il borgo abruzzese viene ritratto tra gradinate, rampe che si inerpicano in verticale e campi.

''Il fiume Verde è stata la nostra ricchezza. Poi la nostra capacità imprenditoriale ha fatto il resto. Al momento ci sono quattro pastifici che ci hanno fatto guadagnare il primato di capitale mondiale della pasta'', racconta il sindaco, Carlo De Vitis.

''A farla da padrone il Pastifico De Cecco con i suoi mille dipendenti tra impiegati e operai, che quest'anno festeggia i 130 anni dalla sua fondazione; poi c'è il Pastifico Del Verde con circa 100 addetti, al momento gestito da una multinazionale argentina; il pastificio Cocco che con le sue antiche trafile di bronzo produce una pasta artigianale di altissima qualità e il pastificio 'Farabella', nato meno di dieci anni fa ma in forte crescita in questo ultimo periodo vista la sua specializzazione in pasta senza glutine. Pastifici che danno lavoro non solo agli abitanti di Fara ma fino alla costa: vengono da Pescara per lavorare da noi''.

L'acqua del fiume Verde, con le sue sorgenti che sgorgano dalla Maiella, non solo è preziosa per i pastifici ma, sottolinea il sindaco, ''alimenta oltre metà della provincia di Chieti, tutta la zona da Ortona a Vasto. La zona sorgiva, poi, offre una panorama mozzafiato''.

Ma Fara non è solo pasta. Le montagne tra cui è incastrata rappresentano una meta per appassionati di arrampicata. ''Ogni domenica abbiamo tra le 30-40 persone che si arrampicano sulle pareti dei nostri monti''. Ma il piatto forte sono le 'Gole di San Martino'. ''Si trovano a circa 600 metri dalle sorgenti. Una stretta fenditura creatasi nelle rocce tra due montagne, larga poco meno di due metri che si può percorrere a piedi: cammini con centinaia di metri di montagna sulla testa, l'atmosfera è molto suggestiva''.

Dopo una cinquantina di metri le pareti si allargano, per aprirsi sulla valle di Santo Spirito dove sorge il Monastero di San Martino in Valle. Una abbazia benedettina che, secondo alcune ipotesi senza alcun riscontro storico, potrebbe essere stata fondata dallo stesso San Benedetto. In realtà il primo documento certo sulla sua esistenza risale al IX secolo. A più riprese sommersa da alluvioni, è stata in parte recuperata una decina di anni fa. ''Sepolta da dieci metri di detriti, oggi almeno una parte è stata riportata alla luce. Il Monastero è stato tra i sedici progetti finanziati a livello nazionale in occasione del 'Giubileo della luce', in tutto l'Abruzzo solo due progetti sono riusciti a ricevere un finanziamento. Un mese fa è stata allestita una illuminazione esterna che offre uno spettacolo particolarmente affascinante''.

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