L'operazione europea EunavforMed-Sophia nel Mediterraneo non è "un incentivo" ai flussi migratori. "Se prendiamo in considerazione il numero di migranti soccorsi dalle navi di Sophia, circa 21.000 persone" dall'inizio dell'anno e si paragona il dato alle 170mila persone giunte sulle coste italiane nel 2016, "si perviene ad una percentuale pari a meno del 13% del totale. È quindi evidente che non si può attribuire all’operazione di essere un fattore di incentivo per i flussi migratori". Lo sottolinea all'AdnKronos l'ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione 'antiscafisti' della Ue.
"Peraltro, nell’area di operazione di EunavforMed ogni giorno transitano mediamente circa cento navi mercantili che, in caso di necessità, sono chiamate ad intervenire per effettuare il soccorso in mare, come da normative internazionali e sotto il coordinamento del competente Maritime Rescue Coordination Center (Mrcc). Inoltre -spiega Credendino- sempre nella stessa area, possono essere presenti fino a 13 navi appartenenti a dieci diverse Organizzazioni Non Governative che operano al confine con le acque territoriali libiche. È quindi evidente che, a prescindere dalla presenza di EunavforMed o di altre navi militari, i migranti verrebbero comunque soccorsi".
"Ma oltre a soccorrere vite umane in mare, abbiamo anche fatto molto altro", rivendica Credendino. Dall'inizio della missione, avviata nell'aprile dello scorso anno, "abbiamo consegnato alle procure italiane 101 sospetti trafficanti di esseri umani, neutralizzato oltre 350 imbarcazioni e stiamo portando avanti anche il secondo incarico aggiuntivo che ci è stato assegnato, ovvero il contributo all’embargo di armi. Ad oggi, infatti, siamo stati coinvolti in più di 230 attività di controllo del traffico mercantile".
