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Omicidio Fortuna, perizia choc: "Abusi sessuali cronici"

09 dicembre 2016 | 11.58
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La mamma della piccola Fortuna (Fotogramma)
La mamma della piccola Fortuna (Fotogramma)

Le lesioni interne causate dagli abusi "cronici" su Fortuna Loffredo erano "visibili ad occhio nudo". Così Giuseppe Saggese, ginecologo consulente della Procura che è stato ascoltato nell'aula 116 del Tribunale di Napoli, dove si svolge la quarta udienza del processo sulla morte di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni uccisa il 24 giugno 2014 al Parco Verde di Caivano (Napoli). 

Molti i passaggi delicati nella deposizione del perito, in particolare quello riferito all'esame dell'apparato anale della bimba, dove è stato rilevato "un traumatismo segno di un abuso cronico - ha spiegato rispondendo a pm e avvocati difensori - è bastato poco per capire che si trattava di abusi reiterati nel tempo". Abusi avvenuti non nelle ultime 24 ore di vita della piccola ma che andavano avanti da almeno un anno e che avevano causato una situazione "talmente grave che per classificarla non è stato necessario ricorrere ai protocolli di classificazione elaborati dalle università che solitamente usiamo. Si vedeva a occhio nudo".

In aula sono presenti gli imputati Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi. Attilio Mazzei, pediatra e consulente della Procura, è stato sentito sui segni, lasciati dagli abusi sessuali sulla figlia più piccola di Marianna Fabozzi, imputata nel processo sulla morte di Fortuna Loffredo per aver coperto i presunti abusi da parte del suo compagno Raimondo Caputo su Fortuna e sulle sue tre figlie. Mazzei ha visitato la bimba a ottobre 2015, quando aveva circa 3 anni e mezzo ed era con le sorelline in una casa famiglia. La bimba aveva mostrato segni di insofferenza e disagio quando qualcuno cercava di occuparsi della sua igiene personale, fatto anomalo in quanto "a quell'età il bambino non ha ancora il senso del pudore". Nel corso della visita il perito ha riscontrato particolari nelle zone intime della piccola "che possono essere riconducibili ad abusi", avvenuti nel corso dell'anno precedente la visita medica.

Durante l'udienza, Pietro Loffredo, padre della piccola Fortuna, è stato cacciato dall'aula. Loffredo è stato cacciato mentre veniva ascoltata Domenica Guardato, madre della bimba. L'uomo è intervenuto urlando: "Bugiarda", mentre Domenica Guardato, detta Mimma, parlava del suo rapporto con l'ex Pietro e del rapporto di quest'ultimo con la figlia. "Quando è nata diceva che la bambina non era sua figlia", ha detto Mimma Guardato scatenando la reazione di Pietro Loffredo, che già in un'udienza precedente era stato ammonito dal giudice. Dopo l'allontanamento dall'aula di Pietro Loffredo, la madre di Fortuna ha proseguito spiegando che, dopo l'arresto dell'uomo nel 2009 per reati minori, i rapporti tra loro si sono "normalizzati".

LA TESTIMONIANZA DELLA MAMMA - "Mia figlia non mi ha mai detto assolutamente niente. Io non mi sono mai accorta di nulla, ma non ha mai detto niente a me, né a mia sorella, né alle maestre a scuola", ha detto Domenica Guardato, scoltata nel corso del processo. La donna ha raccontato che Fortuna, detta Chicca, "era una bambina che parlava", e che nonostante questo "non ha mai parlato di violenze".

La bimba però manifestava diversi segnali, primo fra tutti irrequietezza e disattenzione a scuola segnalate dalle maestre. In un caso la madre ha sorpreso la bimba di notte mentre camminava nel sonno. Varie spie che avevano spinto Mimma Guardato a sottoporre Chicca alle cure in un centro di riabilitazione di Aversa.

L'unico dolore fisico del quale Fortuna si era lamentata era un "bruciore davanti" nella zona intima, per il quale veniva applicata una crema. Anche per questo, per l'assenza di dolori al posteriore da parte di Fortuna, la madre ha spiegato di non credere alle violenze sessuali così come ipotizzate a seguito di quanto emerso dall'autopsia.

Dopo la morte di Fortuna, ha detto ancora la madre, "non ero più in me, sospettavo di tutto il palazzo e in particolare di Marianna Fabozzi". Guardato si è detta insospettita dal fatto che "Marianna Fabozzi nei giorni seguenti ha dato tre versioni diverse di cosa era successo quella mattina, se Chicca è entrata o no nel suo appartamento". Nella sua ricostruzione di quel 24 giugno 2014, Mimma Guardato ha citato anche Raimondo Caputo, nei momenti immediatamente successivi a quando ha appreso che la bimba era volata giù dal palazzo: "Caputo era davanti la mia casa e mentre correvo verso l'ascensore, mi ha detto che mia figlia era caduta giù". Ma ha aggiunto di non essersi fermata per chiedergli ulteriori particolari, "sono corsa via, volevo solo correre giù al palazzo e sapere che cosa era successo a mia figlia".

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