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Due colpi per uccidere Amri, così è morto l'attentatore di Berlino

23 dicembre 2016 | 14.59
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(Fotogramma)
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Due colpi, di cui uno mortale all'altezza del costato, che lo hanno fatto spirare in dieci minuti. Così è morto Anis Amri, il terrorista di Berlino, secondo il dettagliato racconto di Roberto Guida, vice questore aggiunto e a capo del commissariato di Sesto San Giovanni, il paese alle porte di Milano dove questa notte è avvenuto il fermo e l'uccisione dell'attentatore.

Sono le 3.08 del mattino della notte scorsa quando la voltante del commissariato, proprio davanti alla stazione ferroviaria di Sesto, vede "questa persona sospetta di origine maghrebina", spiega Guida in conferenza stampa. I due agenti, che sono Luca Scatà e Christian Movio, fermano Amri, che è senza documenti ma "parla un buon italiano con accento straniero". Una volta chiesto di svuotare lo zainetto, il terrorista, tranquillo, estrae la calibro 22 "con mossa repentina e inattesa" colpisce Movio alla spalla.

Nonostante sia ferito, l'agente prova a tirare fuori la pistola, sparando un colpo, ma Amri è già dietro la volante per nascondersi e forse "riuscire a freddare gli agenti". A quel punto, il 29enne Scatà, agente in prova, fa il giro della macchina e risponde al fuoco, sparando due colpi. "L'esame autoptico ci dirà quale organo è stato colpito in modo mortale", conclude.

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