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Garlasco, parla il genetista del Dna: "Ci sono altre indagini in corso"

24 dicembre 2016 | 14.16
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Chiara Poggi - Fotogramma
Chiara Poggi - Fotogramma

È Pasquale Linarello, biologo forense, ufficiale in congedo dei carabinieri del Ris di Parma, l'esperto a cui la difesa di Alberto Stasi ha affidato l'analisi dei risultati delle tracce biologiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi ed è lui, già noto per altri casi di cronaca, che ha trovato il Dna dello sconosciuto -che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima- che potrebbe far riaprire il caso di Garlasco.

I difensori di Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto del 13 agosto 2007, hanno preferito non fare il suo nome, ma è stato comunque possibile rintracciarlo. "Non posso rilasciare dichiarazioni in questo momento", dice l'esperto interpellato dall'AdnKronos. Le sue analisi, insieme alle indagini difensive, potrebbero cambiare la storia di quanto accaduto nella villetta di via Pascoli.

"Come sa la difesa ha preferito non fare il mio nome, per ora. Ci sono altre indagini in corso, per questo per me adesso è preferibile non rispondere", taglia corto Linarello lasciando intendere che non ha nessun dubbio sulla validità di quella traccia genetica, già analizzata da altri consulenti nel 2014 e ritenuta troppo degradata per consentire un'identificazione certa, che ora potrebbe portare a una nuova inchiesta da parte della procura di Pavia. Sempio è iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto dopo l'esposto denuncia presentato dalla mamma di Stasi, in carcere a Bollate da un anno per il delitto della fidanzata.

L'esposto della mamma e dei difensori di Stasi, Fabio Giarda e Giada Bocellari, si fonda oltre che sul dna, anche su altri elementi: dalle telefonate a casa Poggi all'alibi considerato traballante.

Sentito cinque giorni dopo l'omicidio, Sempio afferma di essere stato in una libreria a Vigevano, ma i legali di Stasi sostengono sia chiusa il lunedì mattina. Riascoltato nell'ottobre 2008, esibisce lo scontrino di un parcheggio in zona palazzo Ducale, ma l'orario lo renderebbe comunque un sospettato, secondo gli avvocati dell'unico condannato per la morte di Chiara.

A insospettire anche tre telefonate tra il 4 e l'8 agosto, tutte di pochi secondi. La seconda e la terza sono nel periodo in cui Marco insieme ai genitori è in vacanza in Trentino e Chiara è sola in casa. Il 28enne, oggi commesso, avrebbe un numero di scarpe (42-42,5) che coincide con la dimensione delle impronte insanguinate lasciate sul pavimento; possiede inoltre una bicicletta e secondo due testimoni una bici è parcheggiata davanti a casa Poggi la mattina del delitto. Tutti elementi che potranno essere analizzati solo quando i giudici bresciani avranno deciso per la revisione del processo per Stasi, già condannato con sentenza passata in giudicato per un omicidio, secondo la sentenza, commesso da solo.

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