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Sparatoria a Forcella, 4 fermi: dietro c'era una spedizione punitiva

14 gennaio 2017 | 08.55
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Sparatoria tra la folla in pieno giorno al mercatino della Maddalena (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Sparatoria tra la folla in pieno giorno al mercatino della Maddalena (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Sono 4 i provvedimenti di fermo, due in carcere e due ai domiciliari, nell'ambito delle indagini sulla sparatoria avvenuta lo scorso 4 gennaio in via Annunziata a Napoli e nella quale rimasero feriti 4 extracomunitari e una bambina di 10 anni, che, con il padre, si era recata nella zona per compiere alcuni acquisti. Uno dei destinatari del provvedimento risulta al momento irreperibile. Dei fermi ne aveva dato notizia la Polizia in un tweet.

Secondo la ricostruzione, dietro alla sparatoria c'era una "vera e propria spedizione punitiva" organizzata da appartenenti al clan camorristico Mazzarella per colpire, in particolare, un venditore ambulante senegalese 'reo' di non aver versato la somma di 20 euro a titolo di estorsione imposta per poter esercitare liberamente la propria attività commerciale nel mercato della Maddalena.

Tra i fermati ci sono anche due venditori ambulanti italiani, non appartenenti al clan camorristico Mazzarella. Le indagini della Squadra mobile di Napoli hanno permesso di ricostruire nel dettaglio le motivazioni, le fasi dell'aggressione e del ferimento dei tre ambulanti e della bimba.

Due dei fermati, di 39 e 28 anni, sono considerati contigui al clan Mazzarella. Il 39enne è ritenuto colui che materialmente ha esploso i colpi di arma da fuoco che hanno ferito i cittadini senegalesi e la bambina, mentre il 28enne - fratello di un uomo ucciso il 1° marzo 2015 per un regolamento di conti tra clan camorristici contrapposti - era armato di una mazza da baseball.

Fermati anche un 33enne e un 25enne, venditori ambulanti nel mercato della Maddalena, non appartenenti al clan. All'interno del mercato, questa la ricostruzione della Polizia, svolgono un'attività itinerante finalizzata a individuare gli acquirenti della merce stoccata dai commercianti all'interno dei magazzini della zona. Per tale attività percepiscono una percentuale del prezzo di vendita della merce e sono costretti anch'essi a versare la tangente al clan, circa 30 euro a settimana. Entrambi hanno partecipato alla spedizione punitiva, uno con una mazza di ferro, perché convinti dagli esponenti del clan Mazzarella che gli stranieri, praticando prezzi più bassi, alteravano il mercato riducendo gli introiti dei venditori ambulanti italiani.

I fermati sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di lesioni personali aggravate, estorsione, tentata estorsione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso perché commessi per realizzare gli scopi criminali e agevolare l'organizzazione camorristica dei Mazzarella.

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