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Il caso

Chaouqui e i dubbi sulla tata trans: "Che dite la chiamo?" E Facebook s'infiamma

14 gennaio 2017 | 15.06
LETTURA: 7 minuti

Francesca Immacolata Chaouqui (Afp)
Francesca Immacolata Chaouqui (Afp)

Altro che Vatileaks. Francesca Immacolata Chaouqui, condannata a 10 mesi con pena sospesa dal Tribunale del Vaticano per divulgazione di documenti, è alla ricerca di una baby sitter per il figlio Pietro Elijah e la questione rischia di prendere una intricata piega social che comprende un'aspirante tata trans di nome Alessandra, il direttore de La Croce e amico di Chaouqui Mario Adinolfi nelle vesti di esperto del ramo e la deputata del Partito Democratico Anna Ascani, finita suo malgrado per un caso di omonimia nell'animato dibattito che la vicenda ha scaturito su Facebook.

Ma andiamo per ordine. Nella mattinata di ieri, Chaouqui riceve - e pubblica su Facebook - una bella lettera di presentazione di quella che sembra essere la tata ideale per la famiglia: Alessandra, questo il nome, è però una transessuale e per la pr non si tratta di un particolare irrilevante: "Sono tornata in Italia per assistere mio padre, malato di halzaimer (sic.), che mi ha lasciato due mesi fa. Non lo vedevo da anni, da quando - confessa infatti l'aspirante tata - da Alessandro ho deciso che il mio corpo di uomo imprigionasse l'anima di una donna. Ho cambiato sesso. Inutile nasconderlo perché la mia posizione INPS riporta i miei dati al maschile. Attendo una sua chiamata, ma so che non arriverà. Come non ne sono arrivate decine di altre per posizioni che avrei potuto ricoprire con professionalità e competenza. Una speranza comunque mi induce ad inviarLe la mia candidatura e a credere che al mondo ci sia posto anche per me", conclude amaramente Alessandra.

"Che dite la chiamo?", scrive alla fine del post Chaouqui che, per dissipare ogni dubbio, decide quindi di chiedere un parere agli amici social, taggando Adinolfi e aspettando un autorevole parere dall'amico da sempre in prima linea - ma dall'altra parte della barricata rispetto alla comunità Lgbt - sul tema. Risposta che arriva nel tardo pomeriggio sotto forma di un lunghissimo post dal titolo "Un trans non può fare la tata".

"Se c'è una email che può portare guai - scrive tra le altre cose il giornalista ed ex deputato Pd su Facebook - è questa e Francesca ha chiesto pubblicamente il mio parere, qualificandomi come "massimo esperto" in materia di trans . Vero, ne ho scritto analiticamente in Voglio la mamma e conosco bene quel mondo. La domanda alla fine è semplice: può un trans fare la tata di un bambino? Francesca si dice tentata dal telefonare ad Alessandro e offrirgli "una chance". Io credo che farebbe un grave errore e per fortuna anche il marito Corrado Lanino la pensa come me. Altri, come la parlamentare del Pd Anna Ascani e suoi seguaci politically correct, tifano per il trans-tata. Ovviamente scatta il solito dibattito sui cattolici che discriminano mentre il Vangelo dice che semo tutti 'na grande chiesa...".

Per Adinolfi quindi, che motiva il consiglio lungamente, Alessandra non sarebbe adeguata al ruolo. Una posizione tutto sommato prevedibile, considerando gli ormai noti contrasti del giornalista con le associazioni in difesa dei diritti di omosessuali e transessuali. Ma cosa c'entra esattamente la parlamentare democratica Ascani nelle vicende private - anche se social - della famiglia Chaouqui-Lanino? A dire il vero, proprio nulla. A trarre in inganno il leader del Popolo della Famiglia è infatti una commentatrice vicina al mondo Lgbt, omonima della parlamentare.

Chiamata in causa da Adinolfi, l'ignara Ascani decide però a quel punto di palesarsi nel dibattito. Dando al giornalista una risposta al vetriolo: "Caro Adinolfi, sono Anna Ascani, parlamentare del Pd. Non leggo i suoi post - scrive -, non avevo intenzione di iniziare. Così come non leggo quelli della dott.sa Chaouqui, tanto meno li commento. Mi hanno segnalato questo e purtroppo ho dovuto rinunciare a quella buona abitudine. Capisco che la foga le sia d'impedimento spesso all'approfondimento. Stavolta però ha chiamato in causa me per un commento di una mia omonima. Bastava aprire il profilo per scoprirlo. Forse è una figuraccia. Forse qualcosa di più. Forse è solo la dimostrazione del fatto che bisognerebbe approfondire. Faccia lei. Nel frattempo se trova tempo chiarisca. Se non altro perché da parlamentare, ma anche da cittadina, non mi occupo e non mi occuperei mai dei problemi di baby sitting della persona in questione. Arrivederci".

Una risposta che non piace per niente a Chaouqui, che decide di difendere l'amico e controbattere alzando i toni (e dedicandole successivamente un post dove definisce la parlamentare "sta poveraccia"): "Buonasera Onorevole. Posto che ci sarà anche stato un errore e le chiediamo scusa visto che ci tiene tanto, Non posso fare a meno di notare nel suo post un certo disprezzo per la mia persona. Mi domando cosa abbia potuto fare per meritarmelo visto che prima di stasera sapevo della sua esistenza solo perché è stata candidata a sostituire la Boschi nel becero gossip rosa del nostro ex premier. Vabbè....comunque se posso permettermi inizi a seguire i miei problemi di baby sitting: per come vanno le cose nella corrente del suo partito andrà a finire che dovrà candidarsi Lei per accudire mio figlio. Dopo le elezioni se vuole può mandare il cv a amministrazione@viewpointstrategy.it saremo sicuramente lieti di farLe un colloquio, sempre che (e non credo) parli inglese!!".

Passata nella notte la bufera dei commenti e degli scontri, si arriva alla mattinata di oggi, quando Chaouqui decide finalmente di rispondere anche all'aspirante tata Alessandra, la cui vita privata è finita al centro, suo malgrado, di un lungo e aspro dibattito social.

"Gentile Alessandra - scrive infatti la pr -, la ringrazio per la sua candidatura e per la precisa documentazione che mi ha inviato circa le sue passate esperienze. Ebbene, Ho riflettuto con mio marito in merito alla sua proposta di occuparsi di nostro figlio e abbiamo deciso di non contattarla per il colloquio come tata. Il profilo che cerchiamo è diverso Da quello che lei ci propone".

Ma per Alessandra non tutto è perduto. A sorpresa arriva infatti la proposta di colloquio per un'altra posizione: "Allo stesso tempo però - continua Chaouqui - l'onestà e la trasparenza con cui ha raccontato la sua storia mi hanno colpito. La prego perciò allora di inviare il suo cv ad amministrazione@viewpointstrategy.it: Viewpointstrategy è l'azienda di comunicazione e relazioni esterne di cui sono Ceo. Stiamo cercando per la sede di Roma una persona che si occupi della reception, dell'approvvigionamento materiali e che curi le gestione delle colazioni di lavoro nella foresteria. Dovremmo essere operativi per il ruolo intorno alla fine di gennaio. La contatteremo la prossima settimana per un colloquio. L'occasione mi è gradita per inviarLe i miei migliori saluti". E chissà che per Alessandra, passato il polverone, non arrivi davvero il posto nel mondo - e quello di lavoro - che cerca.

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