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Napoli, molestava e pedinava una sua alunna 14enne: prof nei guai

23 gennaio 2017 | 13.32
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

Molestava e pedinava una sua alunna, bombardandola di sms e telefonate (circa 700 in due mesi), controllandone movimenti e frequentazioni, abbracciandola in classe e cercando di baciarla dicendole di essere innamorato di lei, fino a minacciarla dopo che quest'ultima aveva rivelato al padre quanto stava accadendo. E' indagato per stalking un insegnante di una scuola media della provincia di Napoli raggiunto da un'ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di avvicinamento alla casa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla 14enne, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord.

Il pm aveva chiesto nei confronti dell'insegnante l'applicazione degli arresti domiciliari. Le indagini sono scattate a seguito della denuncia presentata ai Carabinieri dal padre della minore, assistito dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani. Notando un netto cambiamento nel comportamento della figlia, controllando il telefono della figlia il padre ha scoperto che il suo professore, nell'arco di circa due mesi, le aveva inviato circa 600 sms e aveva telefonato 700 volte.

E' emerso che l'uomo già da qualche tempo aveva adottato comportamenti molesti nei confronti della minore, causandole un grave stato d'ansia e costringendola a cambiare le proprie abitudini. Non è servito neanche il passaggio della ragazzina al liceo: già al primo giorno di scuola, l'uomo è stato notato nei pressi dell'abitazione della ragazza dalla madre di un'amica, che ha riferito quanto accaduto al padre.

Anche alcune amiche della ragazza, ascoltate dal pm con l'ausilio di psicologhe e assistenti sociali, hanno confermato il rapporto che il professore aveva instaurato con la minore, raccontando dei continui messaggi, delle telefonate e delle umiliazioni davanti alla classe.

L'avvocato Pisani accoglie con favore "questo primo provvedimento del gip, giunto a seguito del lavoro rigoroso svolto dalla Procura e di nostre immediate richieste e indagini difensive. Resta il dubbio - aggiunge - sulla possibilità di infliggere al persecutore misure cautelari più restrittive, come merita chi viola la serenità e crescita di una minore".

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