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Cassazione: "Figlio ha diritto di cercare identità madre rimasta anonima"

25 gennaio 2017 | 20.46
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(Xinhua)
(Xinhua)

"Il chiarimento della Cassazione sul diritto di conoscere le proprie origini coniuga saggiamente le aspettative del figlio in cerca di chi lo ha partorito e quello della madre che aveva chiesto di partorire in anonimato. Il filtro dell'interpello attraverso il magistrato, infatti, permette di garantire insieme il diritto del figlio e la privacy di chi potrebbe trovarsi in situazioni di vita tali da renderle impossibile di accogliere la sua richiesta". Lo afferma Gian Luigi Gigli, capogruppo di 'Democrazia Solidale-Centro Democratico' in Commissione Affari Costituzionali della Camera e presidente del Movimento per la Vita Italiano commentando la decisione delle Sezioni unite della Corte di Cassazione in materia di parto anonimo.

Secondo i supremi giudici un figlio maggiorenne, non riconosciuto dalla donna che lo ha messo al mondo e che ha scelto di rimanere anonima, ha diritto a tentare di conoscere le sue origini. La sentenza chiarisce una questione che ha generato decisioni diverse a seconda del Tribunale dei minori chiamato a pronunciarsi.

"Ci auguriamo che quanto chiarito dalla Suprema Corte per il parto in anonimato possa ora essere esteso alla zona grigia che riguarda la conoscenza delle origini biologiche per i bambini nati dalla fecondazione eterologa e dalla pratica dell'utero in affitto", conclude Gigli.

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