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#365giorni

Roma, migliaia in piazza per ricordare Giulio Regeni

25 gennaio 2017 | 17.32
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In migliaia oggi sono scesi in piazza a Roma per ricordare Giulio Regeni, il ricercatore friulano scomparso al Cairo lo scorso 25 gennaio e trovato senza vita nove giorni dopo. Studenti, docenti e cittadini si sono ritrovati davanti all'Università La Sapienza con un cartello in mano, un numero da 1 a 365, per ricordare i giorni che sono trascorsi dalla scomparsa del concittadino per tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sulla sua morte al grido di "verità per Giulio". ( Fotogallery )

Momento centrale della manifestazione organizzata da Amnesty International Italia è stato l'intervento telefonico dei genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni. "Il nostro cuore è con voi e ci emoziona tutto questo movimento che è stato molto importante quest'anno", ha affermato Paola Deffendi. "E' Giulio la forza che ci permette di andare avanti con la nostra ricerca della verità", è stato il commento di Claudio Regeni.

L'evento si è aperto con l'intervento del Rettore, professor Eugenio Gaudio, che ha definito Regeni "un esempio straordinario della vocazione alla ricerca e alla giustizia sociale" facendo riferimento alla sua "ricca formazione universitaria, anche internazionale" e al suo "impegno concreto per contrastare il disordine del mondo".

E' intervenuto, tra gli altri, anche Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia. "Giulio Regeni non era solo un cittadino italiano all'estero ma era prima di tutto una persona con i diritti umani", ha affermato Marchesi, "i diritti umani appartengono a tutti a prescindere dalla nazionalità e migliaia di egiziani subiscono sorti che sono analoghe a quella di Giulio". "La tortura e la sparizione sono molto diffuse in Egitto", ha continuato, "nel chiedere verità per Giulio Regeni noi chiediamo anche la fine delle violazioni dei diritti umani in Egitto".

"E' un anno e siamo ancora qua, durante questo lungo anno ci siamo convocati dietro la volontà di verità e giustizia dei genitori di Regeni, noi siamo stati i portatori della loro parola e della loro volontà", ha invece affermato lo scrittore Erri De Luca, prima di leggere qualche estratto dagli scritti di Regeni. "Se abbiamo ottenuto qualcosa rispetto alle falsificazioni", ha sostenuto De Luca, "è perché questa comunità italiana civile dopo un anno è ancora qua. Non mi aspetto niente dal governo di questo paese, l'unica cosa che doveva fare era rendere Regeni cittadino europeo e farlo difendere dalla voce dell'intera Unione Europea".

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