I pm di Milano Enrico Pavone e Francesco Cajani hanno chiesto condanne a 6 anni e mezzo di reclusione per Abderrahim Moutaharrik, il marocchino campione di kickboxing finito in carcere nella primavera dello scorso anno con l'accusa di terrorismo internazionale per presunti legami con l'Isis, e per sua moglie Salma Bencharki.
Nel processo con rito abbreviato, che si celebra davanti al gup Alessandra Simion, i pm hanno anche chiesto 6 anni di carcere per Abderrahmane Khachia, anche lui marocchino, residente in provincia di Varese, fratello di un altro giovane morto 'martire' in Siria e arrestato assieme alla coppia e a Wafa Koraichi, sorella di Mohamed Koraichi, marocchino che assieme alla moglie italiana, Alice Brignoli, tempo fa ha lasciato l'Italia per unirsi alle milizie dell'Is.
Per Wafa Koraichi i pm hanno chiesto 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione. La Procura, tra l'altro, ha anche chiesto la decadenza dalla potestà genitoriale per Moutaharrik e la moglie che avrebbero voluto portare i due figli in Siria. Moutaharrik è il personaggio chiave dell'inchiesta milanese: secondo i magistrati milanesi, il marocchino, ex campione di kick boxing particolarmente noto in Svizzera, per anni residente a Lecco, voleva diventare un "martire di Allah" ed era pronto a farsi esplodere in un luogo simbolo di Roma, il Vaticano o l'ambasciata di Israele.