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Omicidio Meredith, niente risarcimento a Sollecito per il carcere

11 febbraio 2017 | 16.54
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(Fotogramma)
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La Corte d'Appello di Firenze ha rigettato la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione, presentata da Raffaele Sollecito, definitivamente assolto dall'accusa di concorso in omicidio di Meredith Kercher. Il giovane era stato in carcere quattro anni e aveva chiesto 516mila euro di risarcimento allo Stato italiano.

Sollecito, vissuto pagina nera giustizia italiana - "Credevo di aver vissuto le pagine più nere della giustizia italiana, ma nonostante la Cassazione mi abbia dichiarato innocente, devo prendere atto che la mia durissima detenzione sarebbe giustificata" scrive Raffaele Sollecito sulla sua pagina Facebook. "Ripeto - aggiunge Sollecito nel post - la Cassazione aveva sottolineato l'esistenza di gravissime omissioni in questo processo e di défaillance investigative".

Bongiorno, fatti una serie di errori - La decisione della Corte d'appello di Firenze che ha rigettato la richiesta di risarcimento presentata da Raffaele Sollecito per ingiusta detenzione, è " si caratterizza per una serie consistente di errori. Basterebbe pensare che esclude il diritto al risarcimento sulla base delle dichiarazioni che avrebbe reso Sollecito e dimentica che esistono delle sentenze in cui è stato attestato che addirittura, nell'ambito della questura, furono fatte pressioni e violenze alla Knox e Sollecito proprio nel momento in cui rendevano queste dichiarazioni". A dirlo all'Adnkronos è l'avvocato di Raffaele Sollecito, Giulia Bongiorno. "Non c'è un solo cenno sulla situazione in questura - aggiunge il legale -. Inoltre, l'ordinanza dimentica che le dichiarazioni non possono in nessun modo aver inciso sull'ingiusta detenzione perché non sono state citate come decisive nei provvedimenti restrittivi in cui si faceva invece riferimento ad altri elementi. Infine, in sede di dibattimentale, Sollecito non ha reso alcun esame quindi non si vede come le sue dichiarazioni possano aver causato il diniego di libertà in quella fase. E' una sentenza - aggiunge il legale - che verrà immediatamente impugnata in Cassazione".

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