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Farmaci: ok da Fda (Usa) ad anti-ipotiroidismo in formulazione liquida Ibsa

15 febbraio 2017 | 16.32
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Farmaci: ok da Fda (Usa) ad anti-ipotiroidismo in formulazione liquida Ibsa

La Food and Drug Administration ha concesso l'autorizzazione per l'immissione in commercio in Usa della levotiroxina in formulazione liquida per il trattamento dell’ipotiroidismo. Lo annuncia l'azienda farmaceutica Ibsa. "Il farmaco è la forma sintetica dell’ormone tiroideo, tiroxina (T4) impiegata in tutti i casi di deficit dell’ormone e - sottolinea Ibsa - è sulla lista dei farmaci essenziali dell'Oms, tra i più efficaci, sicuri, fondamentali e tra i tre farmaci più prescritti al mondo".

"E' indicato anche nei bambini in caso di ipotiroidismo congenito ed è importante valutarne la necessità in gravidanza quando la tiroide della mamma deve lavorare per due e una sua carenza può causare abortività e influire negativamente sullo sviluppo neurologico del bambino", spiega l'azienda. La difficoltà della terapia con levotiroxina, sottolinea, è "rappresentata dalla determinazione del paziente di seguire la cura che, una volta avviata è da assumere a vita, e che richiede qualche sacrificio. Oggi con la formulazione liquida i pazienti hanno una migliore qualità di vita e conseguentemente una maggiore aderenza alla terapia".

"La levotiroxina liquida è stata messa a punto da Ibsa ed è presente sul mercato italiano dal 2012 - spiega Arturo Licenziati, presidente Ibsa Sa - e sono stati gli endocrinologi italiani a determinarne il successo iniziando per primi a prescriverla e realizzando studi clinici che, in pochi anni, hanno sviluppato un gran numero di pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali. L’approvazione Fda della levotiroxina liquida per il mercato Usa apre a sviluppi di grande interesse: un mercato di 18 milioni di pazienti, stimato in 2 miliardi di dollari, che accoglie velocemente le novità medico-scientifiche ma anche un sistema prescrittivo più complesso".

"Per anni le compresse di tiroxina declinata in due unici dosaggi è stato l’unico farmaco presente sul mercato italiano - prosegue il presidente dell'Associazione medici endocrinologi, Vincenzo Toscano - e non poche difficoltà si sono avute in quel 30-40% dei casi dove non si riusciva ad ottenere un compenso adeguato per problemi correlati con l’assorbimento a causa di gastriti, celiachia, intolleranze al lattosio e di altri farmaci interferenti e per chi non riusciva a rispettare la necessità di assumere il farmaco a digiuno e privarsi dell’immediata assunzione del caffè. Pazienti costretti a sottrazione di sonno, più frequentemente donne e quindi, specialmente in post-menopausa, più soggette a disturbi del sonno". Il nuovo preparato supera questi inconvenienti.

"L’ipotiroidismo - spiega Andrea Lenzi, presidente della Società italiana di endocrinologia - è ampiamente diffuso in Italia: si stima ne sia affetto 1 cittadino su 25 e la causa più frequente è identificata nella tiroidite cronica autoimmune. La patologia, se non identificata e trattata correttamente, si correla ad un aumentato rischio cardiovascolare, infertilità e complicanze gravidiche e fetali".

"La tiroxina fu isolata nel 1914 presso la Mayo clinic da Edward Calvin Kendall, come estratto dalla ghiandola tiroidea di maiale e resa disponibile negli Usa dal 1927. Solo nel 1950 si arrivò all’attuale forma sintetica che garantisce una titolazione precisa dell’ormone. E così, per una volta - conclude Lenzi - il mondo farmacologico e il paradigma del regolatorio si capovolge, perché questa volta la novità terapeutica dall’Italia sbarca negli States solo successivamente ad una larga e diffusa sperimentazione sul campo".

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