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A Noventa Padovana cerimonia in ricordo del sub Sanarico. Gabrielli: "Rosario non morirà mai"

20 febbraio 2017 | 18.54
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A Noventa Padovana cerimonia in ricordo del sub Sanarico. Gabrielli:

"Chi muore perché crede profondamente nel lavoro che fa, non muore mai. E anche Rosario non morirà mai. Non morirà soprattutto perché è nel cuore di ciascuno di noi". Sono le parole del capo della polizia Franco Gabrielli durante la cerimonia di commemorazione a Noventa Padovana (Padova) di Rosario Sanarico, il sostituto commissario della polizia di La Spezia che un anno fa morì nelle acque del fiume Brenta durante le ricerche del corpo di Isabella Noventa. Dopo la messa celebrata dal cappellano della polizia, don Ulisse Zaggia, è stato scoperto sull'argine del fiume Brenta un cippo in memoria del sommozzatore del Cnes.

"Sembra quasi una contraddizione parlare di un giorno di festa in un momento in cui si ricorda un tragico evento, una perdita. Ma così è - sottolinea il capo della polizia facendo eco alle parole di don Ulisse nel suo messaggio evangelico - Credo che sia un giorno di festa per noi".

Come è stato ricordato dal sindaco Luigi Bisato e dal questore di Padova Gianfranco Bernabei (presenti alla cerimonia insieme ai familiari e alle principali autorità civili e militari), Rosario "quel giorno qui non era per caso, non ci passava accidentalmente - aggiunge Gabrielli - Quel giorno, qui, Rosario voleva esserci. 'Esserci sempre' è il nostro motto. Anche quando questo significa sacrificio, impegno e rischiare la vita, perderla, come nel caso di Rosario. Oggi è davvero una giornata di festa", perché "questo cippo lo consegniamo alla comunità che ha voluto fortissimamente questa cerimonia, che vi ha partecipato". Secondo Gabrielli la presenza della polizia "non avrebbe senso se non si realizzasse questo forte connubio con le comunità". Anche per questo è un giorno di festa.

Rosario, continua Gabrielli, lascerà "un vuoto" che accompagnerà non solo i familiari ma anche "quella famiglia più grande che è la polizia di Stato", in particolare "i colleghi che hanno conosciuto, rispettato, amato un nostro figlio". Ma Rosario "non morirà mai. Non morirà soprattutto perché è nel cuore di ciascuno di noi".

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