di Federica Mochi
Il caso ricorda molto quello di Torino, dove qualche giorno fa, un lavoratore della Oerlikon-Graziano, rientrato in fabbrica dopo un trapianto di fegato, aveva scoperto di essere stato licenziato perché impossibilitato a svolgere la mansione precedente all'intervento. Oggi, a quasi mille chilometri di distanza, la storia torna a ripetersi. L'azienda, che opera anche nel barese, ha licenziato un operaio rientrato al lavoro dopo essersi sottoposto a un intervento cardiaco.
Ed è per questo che i lavoratori della Oerlikon-Graziano di Bari hanno annunciato per lunedì 20 marzo uno sciopero di 4 ore, per esprimere solidarietà nei confronti del collega Massimo Paparella, licenziato - secondo l'azienda - per "sopravvenuta inidoneità fisica". Lo sciopero è stato proclamato dalla Fiom di Bari, che sottolinea come, in realtà, Paparella - che ha ricevuto la lettera di licenziamento al rientro al lavoro dopo un intervento cardiaco - sia il lavoratore che aveva denunciato le immotivate e ingiustificate regole delle pause collettive imposte dall'azienda.
Per la Fiom il licenziamento costituisce "l'ennesimo atto unilaterale e di barbarie delle corrette relazioni industriali consumatosi nella Oerlikon-Graziano". Il sindacato definisce inoltre l'episodio "l'epilogo di un corso di azioni e scelte brutali, improntate a fare azienda sulla pelle dei lavoratori".
"A carenti piani industriali, deficitari di investimenti e di azioni che a tutt'oggi non vedono il Gruppo capace d'intercettare nuovi clienti e mercati con l'innovazione di processo e di prodotto - prosegue la Fiom in una nota - si risponde con la via bassa del fare azienda che passa sulla carne viva dei lavoratori". Lunedì, in concomitanza con le quattro ore di sciopero, si terrà una manifestazione di fronte alla Oerlikon-Graziano di Bari.