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Bologna, sindacato: addetto licenziato dopo trapianto rene. Azienda: non è vero

28 marzo 2017 | 15.48
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(Immagine di repertorio - Fotogramma) - FOTOGRAMMA
(Immagine di repertorio - Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Un lavoratore che, "avendo subito un trapianto di rene, necessitava di ripetute pause fisiologiche durante l’orario di lavoro, è stato licenziato". A denunciare "il grave episodio accaduto alla Metalcastello Spa, l'azienda di Castel di Casio (Bologna) che produce ingranaggi" è la Fim-Cisl Area metropolitana bolognese. La Fim Cisl ha dato mandato al proprio legale di fiducia, l'avvocato Livio Mercatante, di assistere il lavoratore "in questa grave vicenda".

"Auspichiamo - spiega il sindacato - che l’azienda riveda la propria posizione ritirando il licenziamento". "Nel corso degli ultimi anni – denuncia la Fim-Cisl - nonostante le continue sollecitazioni da parte della Fim-Cisl che ha più volte chiesto all'azienda un'attenzione particolare, vista la situazione fisica altamente precaria del lavoratore, la stessa, al contrario, ha proceduto con numerose contestazioni fino ad arrivare, ad oggi, con il recapito della lettera di licenziamento".

"L’azienda - sottolinea la Fim Cisl - con tale atto ha contravvenuto ai doveri morali di correttezza e buona fede, violando quanto sancito dallo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro che impone una particolare attenzione a tutti i lavoratori che, come nel caso specifico, soffrono di determinate patologie".

"Per noi - prosegue il sindacato dei metalmeccanici della Cisl - è inaccettabile che un’azienda come la Metalcastello che, solo poche settimane fa, ha lanciato una campagna a favore delle proprie lavoratrici donando un pacchetto di visite preventive oncologiche, oggi licenzi pretestuosamente un lavoratore gravemente malato". "Chiediamo - prosegue la Fim - la massima solidarietà da parte di tutti i dipendenti della Metalcastello, nonché delle altre sigle sindacali per contrastare questa ingiustizia. La tutela della salute è un diritto sancito dalla Costituzione che va oltre a tutte le valutazioni procedurali".

AZIENDA - "Si tratta di un'accusa falsa che respingiamo con forza, in quanto totalmente estranea sia alla verità dei fatti sia ai principi comportamentali di Metalcastello e della propria direzione aziendale". Così Metalcastello, azienda di Castel di Casio (Bologna), leader mondiale nella produzione di ingranaggi per trasmissioni meccaniche, replica alle accuse della Fim-Cisl bolognese secondo cui un lavoratore sarebbe stato licenziato perché malato e bisognoso di pause fisiologiche dopo il trapianto di un rene.

Dopo aver ricordato le recenti iniziative, mirate alla tutela della salute dei propri dipendenti, Metalcastello ha precisato che il licenziamento "ha ad oggetto la reiterata violazione da parte dell'interessato di obblighi e regole di comportamento sul lavoro a tutela della sicurezza e della salute di tutti i dipendenti". "In particolare - ha sottolineato l'azienda - si tratta delle prescrizioni sul divieto di fumo in aree ad alto rischio e più in generale sulle norme di sicurezza. Non c'è alcuna correlazione con i problemi di salute del lavoratore citato e si tratta del rischio di un incendio gravemente colposo, in grado di mettere a rischio l'incolumità delle persone e delle cose, eventualità sulla quale l'azienda deve vigilare con la massima attenzione".

"Non consentiremo, quindi - conclude l'azienda - che questa vicenda venga strumentalizzata e ci riserviamo di valutare ogni più opportuna azione a tutela dell'immagine e del buon nome di Metalcastello".

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