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Festa Mamma: donne migranti, il sogno è un futuro per i nostri figli

11 maggio 2017 | 15.18
LETTURA: 3 minuti

(Foto di Anna Vinciguerra, operatrice sociale presso una struttura di 'MondoDonna')
(Foto di Anna Vinciguerra, operatrice sociale presso una struttura di 'MondoDonna')

"Sono venuta qui perché voglio che mio figlio vada a scuola, abbia una buona vita e sia felice. Per fortuna i bambini possono andare a scuola, stanno con i loro compagni, fanno amicizia e imparano velocemente la lingua, più velocemente di noi adulti. Io desidero che mio figlio studi e che abbia un futuro sicuro, sono venuta qui per questo, mi impegno tutti i giorni per questo". Nelle parole di M., giovane nigeriana giunta nei mesi scorsi in Italia insieme a suo figlio di 4 anni, il significato di una Festa della Mamma in una terra del tutto nuova e purtroppo ancora ricca di difficoltà: "Trovare lavoro è la cosa più difficile adesso. È difficile per gli italiani, per noi ancora di più", dice all'Adnkronos la giovane migrante.

"Non parliamo bene l'italiano perché siamo qui da poco tempo e la vostra lingua è difficile. Quando andiamo a chiedere lavoro nessuno parla inglese. Noi andiamo a scuola e studiamo, ma è difficile e intanto il tempo passa veloce. Finché non otteniamo un contratto non possiamo avere una casa, così -spiega- è un po’ come essere in trappola".

M. ha 26 anni. Non è sola: può contare sull'assistenza di 'MondoDonna', associazione che sostiene nuclei di madri con bambini, donne e famiglie richiedenti asilo e rifugiate, vittime di violenza e di tratta. "Quando sono scappata -è il suo racconto- ho perso tutto, la mia terra e anche la mia famiglia. Non ho avuto più nessuno su cui contare e di cui fidarmi. Le operatrici ci sono sempre per noi, tutti i giorni sono presenti e ci accompagnano nel nostro progetto. È importante avere qualcuno vicino, per poter ricominciare".

Michelini (MondoDonna), per tutte le mamme del mondo arrivi il giorno in cui essere libere di scegliere e di proteggere i propri figli

"La mattina accompagno mio figlio a scuola e poi vado a scuola anche io, a volte la mattina a volte il pomeriggio. Se non devo andare subito a lezione di italiano passeggio per Bologna, è una città molto bella, mi piace qui. In comunità facciamo tante attività insieme alle operatrici, corsi di formazione per conoscere il territorio e sapere come fare per fare ciò che ci serve. Appena saprò meglio l’italiano -è il suo auspicio- spero di poter fare un tirocinio formativo per trovare presto un lavoro stabile per essere indipendente. Le operatrici ci supportano sempre, ci aiutano a trovare i corsi di lingua italiana, a contattare il medico per noi e per i nostri bambini e organizzano per noi attività per aiutarci a conoscere l'Italia e essere in grado di cavarcela da sole".

L’associazione MondoDonna di Bologna è nata più di vent’anni fa su iniziativa di un gruppo di donne, straniere e italiane, a diverso titolo impegnate nel settore dell’immigrazione. Assicura servizi di accoglienza per donne immigrate che si trovano in situazione di difficoltà. Il pensiero di M. torna di nuovo al suo bambino: "sono venuta qui per essere libera di scegliere la mia vita e per proteggere mio figlio. Voglio che lui sia sicuro, che non abbia paura per la propria incolumità e che sia libero di costruire un futuro in pace".

Un proposito condiviso dalla presidente di MondoDonna, Loretta Michelini. Per M. le per tutte e mamme migranti in cerca di un futuro migliore per i propri figli: "Mi auguro davvero -dice- che, per tutte le mamme del mondo, arrivi il giorno in cui essere libere di scegliere e di proteggere i propri figli non sia il difficoltoso riconoscimento di un diritto ma la quotidianità della vita”.

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