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Schettino a Rebibbia, Cassazione conferma condanna

12 maggio 2017 | 20.04
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(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Concordia, la nave da crociera che naufrago' davanti all'isola del Giglio il 13 gennaio del 2012. A bordo c'erano 4229 persone, tra passeggeri ed equipaggio, morirono 32 persone e decine furono i feriti. La condanna è stata confermata dai giudici della Quarta sezione penale della Cassazione, presieduta da Vincenzo Romis.

"Credo nella giustizia. Le sentenze si rispettano, vado in carcere e mi costituisco", ha detto Schettino, riferiscono i suoi legali in Cassazione, prima di presentarsi al carcere romano di Rebibbia. "Schettino paga per tutti e per tutto, sembra che sia lui l'unico colpevole", ha detto all'Adnkronos l'avvocato Saverio Senese, componente del collegio difensivo.

Le tappe della vicenda

La conferma della condanna era stata chiesta dal pg della Cassazione Francesco Salzano, nella requisitoria tenuta durante l'udienza del 20 aprile scorso: Schettino, aveva sostenuto, non merita le attenuanti generiche, anzi merita l'aggravante della colpa cosciente per aver provocato "un naufragio di immani proporzioni", segnato da "gravissime negligenze" e "macroscopiche infrazioni" alle procedure della navigazione.

Salzano aveva anche chiesto l'"irrevocabilità" della condanna dell'ex comandante e di accogliere il ricorso della Corte d'Appello di Firenze per riconoscere l'aggravante della colpa cosciente. Nella stessa udienza l'avvocato Donato Laino, difensore di Schettino assieme a Saverio Senese, aveva chiesto l'annullamento della condanna per una serie di vizi procedurali. Secondo la difesa, sarebbero stati commessi una serie di errori di diritto consumati ai danni dell'unico imputato dai giudici di primo e secondo grado. La difesa di Schettino aveva anche chiesto di poter mostrare in aula un video che sarebbe in possesso dell'ex comandante e che dimostrerebbe che da parte sua non ci sarebbe stato abbandono della nave. Il pg si era opposto e questa mattina anche i giudici della quarta sezione penale della Corte hanno respinto la richiesta.

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