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Il dato

Medjugorje, un giro d'affari da 11 miliardi di euro

15 maggio 2017 | 16.47
LETTURA: 4 minuti

(Afp)
(Afp)

Oltre 11 miliardi di euro: è questa la stima più attendibile del giro d'affari che ha ruotato finora attorno al santuario di Medjugorje in Bosnia, alle visioni mariane e ai suoi 'messaggi', oggetto di una indagine da parte della Chiesa e di più di qualche perplessità espressa anche recentemente da Papa Francesco - che sul posto ha inviato un arcivescovo polacco, monsignor Henryk Hoser - ultima in ordine di tempo la dichiarazione a bordo dell'aereo che lo riportava in Vaticano dal santuario di Fatima: "La Madonna non fa la postina!".

Eppure, "i pellegrini a Medjugorje sono circa due milioni ogni anno, provenienti da diverse parti d'Europa, molti anche dall'Italia", ricorda all'AdnKronos Marco Paganelli, autore della pubblicazione italiana più recente sul tema, edita da Echos Group, 'Medjugorje, l'inchiesta: aspettando il giudizio di Papa Francesco', chiedendo che "ora il Pontefice faccia chiarezza, in modo ufficiale e definitivo".

Lo studio più analitico sul 'business' mariano nella piccola cittadina bosniaca di appena 5.000 abitanti ma con quasi 20.000 posti letto e 2.000 lavoratori nel settore del turismo, è stato messo a punto dalla locale facoltà di Scienze sociali dell'Università dell'Erzegovina, il cui ricercatore Vencel Culijak parla di "brand mondiale e destinazione top del turismo religioso", prendendo in considerazione i movimenti registrati dal 1981, anno delle prime 'apparizioni', fino al 2013 e analizzati e pubblicati nell'anno successivo.

Ai quasi 8,5 miliardi di 'spese turistiche' tra viaggio e alloggio, vanno aggiunti dal 1981 i circa 3 miliardi di euro generati localmente a vantaggio di ristoratori e commercianti, oltre alle offerte per la Chiesa pari in media a 300 milioni di euro senza contare le donazioni, facendo salire appunto a oltre 11 miliardi di euro il conto finale.

Tutto ciò non porta molto nelle casse statali della Bosnia, perché il 70% delle entrate sfugge al fisco in quanto prodotto da alberghi, osterie e negozi senza licenze o che lavorano 'in nero', evitando di registrare le entrate.

Identico discorso si può fare per la tassa di soggiorno, che anziché gli stimati 600.000 euro rende soltanto 40.000 euro, anche se negli ultimi anni si stanno stringendo i lacci fiscali sulle attività economiche locali.

"La mia esperienza di fede mi ha portato a interessarmi con assiduità alla vicenda di Medjugorje, molto seguita da Radio Maria che in qualche molto vi si ricollega fin dalle origini e che ha un ruolo molto importante per i cattolici e per la cristianità - ricorda ancora Paganelli -. E' giusto tenere nella giusta considerazione le ultime osservazioni di Papa Francesco; se da lui dovesse arrivare ufficialmente in modo chiaro e netto una posizione negativa su Medjugorje, a quel punto da cattolico farei marcia indietro".Ma, aggiunge, "finora il giudizio è intermedio, non si conferma né si nega la soprannaturalità del fenomeno mariano, ci si limita ad affermare che al momento non risulta, il che significa che la Chiesa ha ritenuto opportuno proseguire le indagini senza esprimersi né in maniera favorevole né in maniera contraria. Ma la stessa Chiesa permette in qualche modo i pellegrinaggi e, pur non ufficialmente, permette ai pellegrini di partecipare alle apparizioni". Ora, "il Papa ha il dovere di chiarire in maniera assoluta qual è la sua personale posizione, perché a chiedere chiarezza sono due milioni di fedeli che ogni anno arrivano in pellegrinaggio a Medjugorje, che è una realtà della Chiesa cattolica".Si chiede Paganelli: "E' legittimo partecipare ai momenti spirituali con le apparizioni ai veggenti o ci si deve limitare alla preghiera nella parrocchia? E poi, non è vero che la Madonna dia messaggi ogni giorno, come vogliono far credere talvolta i media, ma soltanto il 2 e il 25 di ogni mese. Sono le apparizioni ai veggenti a essere quotidiane. Infine - conclude l'autore del libro su Medjugorje - guardiamo ai frutti, al moto di fede e preghiera che è sorto: è dai frutti che si riconosce la pianta e qui i frutti ci sono tutti".

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