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'Cani sciolti' legati all'Is: un fermo e un'espulsione

19 maggio 2017 | 10.09
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(Fotogramma)
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Un fermo, poi convalidato, e una espulsione sono il risultato delle indagini condotte dalla Digos della Questura di Bari contro il fenomeno dei cosiddetti 'lupi solitari’ del terrorismo islamico ispirati dal Daesh/Isis. A coordinare l'inchiesta la Procura distrettuale di Bari, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Foggia. Si tratta di due fratelli entrambi tunisini e regolari, di 34 e 32 anni, residenti nel capoluogo dauno. Il primo è stato fermato a Foggia. Era in possesso di una pistola. Deve rispondere di apologia di terrorismo e detenzione di armi.

Il secondo era riparato a Padova ed è stato espulso. Non c'erano elementi così importanti da giustificare il fermo. Entrambi avrebbero inneggiato all'Isis. Si ritiene siano cani sciolti, cioè non affiliati all'organizzazione terroristica, ma proprio per questo pericolosi. L'operazione condotta dai poliziotti di Bari, in collaborazione con la Digos di Foggia e Padova e coordinata dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione (Ucigos), è stata denominata 'Barakaat. 

In particolare K. S., il 34enne residente in modo regolare in provincia di Foggia, avrebbe fatto propaganda allo Stato Islamico tramite la pubblicazione su Facebook di video e post di esaltazione delle azioni compiute dalle milizie della stessa formazione terroristica.

Inoltre era solito accompagnare i documenti di propaganda con la frase: 'Lo Stato Islamico sopravvivrà'. E' stato accertato che l’estremista tunisino, durante una conversazione, aveva esaltato la figura di Anis Amri, l’attentatore dei mercatini di Natale di Berlino. Le indagini, dirette dalla Procura Distrettuale di Bari, con il supporto della Procura della Repubblica di Foggia, sono state avviate nel 2016, anche sulla base di segnalazioni dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna).

S. era stato sottoposto a fermo, su disposizione del procuratore distrettuale di Bari, l’8 febbraio scorso, dagli uomini dell’Antiterrorismo della Polizia di Stato. Gli inquirenti hanno anche documentato la detenzione illegale da parte dell’indagato di un’arma da fuoco.

Alle fasi operative, nel cui ambito sono state effettuate anche alcune perquisizioni nel foggiano, hanno preso parte anche i reparti speciali della Polizia di Stato-Nocs, considerata la pericolosità di S., desumibile dalla detenzione della pistola e dai suoi collegamenti con ambienti legati alla criminalità locale, oltre che dai suoi contatti sul web con persone attestate su posizioni filo-jihadiste. Nel corso dell’attività investigativa è emersa anche la figura del fratello, S.B, 32 anni (titolare di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro emesso dalla Questura di Foggia), il quale aveva manifestato nel web posizioni filo-jihadiste.

Quest’ultimo, rintracciato l’8 maggio scorso dalla Digos di Padova, è stato poi espulso il 13 maggio, perché pericoloso per la sicurezza, in esecuzione di provvedimento emesso dal Prefetto di Padova sulla base degli elementi informativi acquisiti a suo carico nelle indagini baresi.

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