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Prof, non dire 'ti boccio': ecco cosa rischi

25 maggio 2017 | 13.08
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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'Occhio, quest'anno ti boccio'. Chissà quanti professori avranno detto e ripetuto questa frase per stimolare uno studente nella fase decisiva dell'anno scolastico. Ecco, in vista della volata finale prima dei voti e dei verdetti, meglio evitare di pronunciare queste parole. Lo dice e lo ribadisce la Cassazione con una serie di sentenze, in particolare la 47543 del 2015. Il docente che si rivolge in questi termini all'alunno, come faceva il maestro Roberto Benigni allo sventurato Giachetti in 'Non ci resta che piangere', rischia di violare l'articolo 571 del Codice Penale e di commettere il reato di 'Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina'.

Secondo l'articolo in questione, "chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l'esercizio di una professione o di un'arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi. Se dal fatto deriva una lesione personale, si applicano le pene stabilite negli articoli 582 e 583, ridotte a un terzo, se ne deriva la morte, si applica la reclusione da tre a otto anni".

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